Confronto affollato tra Tomasi e Bertinelli alla Fondazione Maic

I due candidati al ballottaggio hanno risposto alle domande dei giornalisti

Un momento del confronto

Un momento del confronto

Pistoia 22 giugno 2017 -  Sala strapiena per l'ultimo dibattito pubblico tra i due candidati sindaco di Pistoia, andata in scena mercoledì sera alla fondazione Maic di San Biagio. Samuele Bertinelli e Alessandro Tomasi hanno risposto punto su punto alle domande dei cronisti delle quattro principali testate pistoiesi, in un clima molto partecipato, quasi «da stadio». Si parte con l'astensione, che ha colpito il primo turno di voto e rischia di essere tra i protagonisti del ballottaggio. Entrambi concordano sul dover tornare ad accorciare le distanze tra istituzioni e cittadini.

 

Bertinelli propone che «la giunta municipale dovrebbe ritrovarsi ciclicamente in ogni frazione, per discutere anche informalmente coi cittadini» mentre Tomasi si concentra sul ruolo dei consiglieri comunali e assessori, che «dovranno essere i primi a raccogliere problematiche e istanze dalle diverse frazioni, più di quanto non sia stato fatto fino adesso». Fasce debole e inclusione sociale dei diversamente abili. Per Tomasi la necessità è di «sì spendere spendere risorse, ma anche verificare come vengono spese e vedere come i risultati vengono fuori da queste cose. Se si investe molto, serve che torni qualcosa indietro», mentre per Bertinelli è sufficiente «proseguire sul percorso tracciato negli ultimi 5 anni. I nostri servizi sono aumentati di qualità e nella quantità, nonostante tempi difficili, anche grazie alla nuova Società della Salute pistoiese».

 

Su scuola ed asilo nido emergono grandi differenza di vedute tra i due candidati. Tomasi parla di «offerta formativa da ampliare e di settore pubblico da integrare con quello privato: è necessario riformulare il regolamento per includere privati e cooperative nel settore». Totalmente diversa la visione di Bertinelli, che sostiene «i nostri asili sono tra le strutture più evolute d'Europa. Aprire al privato vuol dire andare a mortificare il lavoro di maestre e addetti ai lavori. Chi lo ha fatto ha impoverito e ha dequalificato il settore».

 

Sulla manutenzione del verde, entrambi concordano che qualcosa non è andato per il verso giusto. Bertinelli si dice «non soddisfatto della situazione del verde in città, ma la situazione economica generale non ha aiutato, con la relativa riduzione di personale. Con le risorse che derivano dall'avanzo di bilancio, vorremo dotare ogni grande parco cittadino di un giardiniere 'fisso'». Tomasi, invece, ha replicato «frequentando i parchi cittadini coi miei bambini, vedo molte cose che non vanno: servono gare pluriennali, ma non sempre al massimo ribasso. Capitale del Verde? Siamo d'accordo, lo sosteniamo e siamo pronti a collaborare».

 

Infine, i due candidati hanno affrontato il tema degli impianti sportivi. «Non è vero che tutti gli impianti non funzionano – sostiene Bertinelli –. Non dimentichiamoci che negli ultimi anni, l'amministrazione ha fatto tantissimo per l'inclusione sociale attraverso lo sport. La Piscina? E' di competenza della provincia». Secca la replica di Tomasi. «Non è colpa di Bertinelli della situazione difficile degli impianti sportivi, e certamente non è colpa del centrodestra. E allora di chi? Io, intanto, non avrei confermato lo stesso assessore allo sport per 10 anni. Il futuro dello sport cittadino risiede nel rapporto più stretto con le federazioni e trovare più sinergie per portare investimenti corposi dentro i palazzetti, affidandosi anche ai privati».