"Aiuto, mi ha picchiato": ragazzina si inventa una rapina

Polizia e 118 intervengono a Le Querci. Poi, in serata, la confessione della minorenne

La polizia davanti all'abitazione di Agliana (Acerboni/Castellani)

La polizia davanti all'abitazione di Agliana (Acerboni/Castellani)

Pistoia, 14 ottobre 2016 -  «Sono entrati i ladri in casa, uno mi ha dato un pugno in faccia e io sono svenuta, aiutami». Sotto choc e con un ematoma allo zigomo la ragazzina, 14 anni appena, ha bussato alla porta della vicina di casa per chiedere aiuto. Immediatamente sul posto sono arrivati i soccorsi, un’ambulanza inviata dal 118 e, in contemporanea, gli uomini della Squadra Mobile e le Volanti della questura. L’intervento, per quella che all’inizio è apparsa una rapina finita male, è scattato ieri pomeriggio poco dopo le 16, in una delle tante villette a schiera della zona delle Querci ad Agliana.

 

Ma qualcosa nel racconto della minorenne non tornava e, in poco tempo, la polizia ha imboccato un’altra pista. La ragazzina ha raccontato che, poco prima dell’agguato, era in compagnia di alcuni amici in un parco pubblico. A casa non c’era nessuno, il babbo lavora in un vivaio e la mamma, che solo da qualche giorno ha riperso il suo impiego pomeridiano, non era ancora rincasata. La ragazza ha riferito di essere stata assalita sul pianerottolo di casa. «Un tipo alto, un italiano credo, mi ha dato un cazzotto in faccia e io sono caduta a terra tramortita – ha raccontato alla vicina e ai poliziotti – Non so se avesse un complice, ma la casa è a soqquadro, avranno rubato quello che potevano e poi sono scappati».

 

La vicina, che è un’amica di famiglia, le ha prestato i primi soccorsi, e nel frattempo sono arrivati babbo e mamma. «Non so come possano accadere cose del genere – ha detto il padre – prendersela con una ragazzina, picchiarla. Sono confuso e agitato». Intanto, all’arrivo della polizia e dell’ambulanza tutto il quartiere era sceso in strada. Un vicino di casa della famiglia si sarebbe anche fatto avanti, per mettere a disposizione i video delle telecamere di sicurezza che ha nel suo giardino, perché la polizia li visionasse alla ricerca di un immagine utile a rintracciare il responsabile di un atto così vergognoso. Subito dopo, la ragazzina è stata trasferita in ospedale, accompagnata dalla mamma. «Mia figlia ha un occhio pesto – ci ha detto la mamma al pronto soccorso – Non so quali altre ferite ha e se sarà ricoverata». In serata, i medici del San Jacopo hanno escluso che ci fossero lesioni più gravi e la ragazza è stata dimessa.  Ma ad aspettarla, al pronto soccorso, c’erano gli agenti della polizia. Ed è con loro che la 14enne ha ammesso di aver inventato tutto. Una confessione resa davanti al personale della Sezione minori della Squadra Mobile che, con attenzione e delicatezza, ha parlato con l’adoloscente per più di due ore, tranquillizzandola e aiutandola ad ammettere quella verità così difficile da raccontare dopo aver creato tanto scompiglio e tanta preoccupazione ai suoi famigliari. Così, si è scoperto che l’ematoma allo zigomo risaliva alla sera prima e sarebbe stato il frutto di un litigio con una coetanea. Quella ferita, reale e dolorosa, però, è diventata, grazie al racconto inventato dall’adolescente, l’arma da usare con i suoi genitori, forse per estorcere loro un’attenzione in più, ma in un modo che alla fine le si è ritorto contro.