Quasi un milione di voucher. E 'spariscono' 500 posti veri

Ecco i dati in provincia. La battaglia dei sindacati

Gazebo contro i voucher

Gazebo contro i voucher

Pistoia, 20 febbraio 2017 - Una valanga di voucher anche a Pistoia. Ognuno, che equivale ad un’ora di lavoro, ha un importo di 10 euro di cui 7,5 vanno a chi svolge la mansione richiesta e 2,5 in tasse e copertura sanitaria. Secondo i dati forniti dalle organizzazioni di categoria, in Toscana sono stati venduti oltre 10 milioni di buoni di questo tipo e solo a Pistoia nel 2016 le ditte hanno pagato i lavoratori con circa 900mila voucher, pari a circa 500 posti di lavoro a tempo pieno (o 1000 a part-time), con un’impennata del 43% dell’uso di questi strumenti tra il 2014 ed il 2015, quando sono stati liberalizzati.

Divrese sono le tipologie di aziende, dal commercio all’artigianato ai servizi che li utilizzano per pagare commesse, lavoratori manuali, cameriere ma anche muratori, di tutte le età. C’è chi con i voucher si è trovato bene, come racconta una trentacinquenne di Pistoia che per un anno è stata impiegata in una cooperativa e pagata con i buoni. «Inizialmente la società per cui lavoravo – dice – mi ha offerto i voucher per capire se le mansioni che mi venivano richieste fossero adatte a me e viceversa. Alla fine dell’anno poi la cooperativa mi ha offerto un contratto vero, anche se a tempo determinato. Ho dovuto inizialmente rinunciare perchè sono impegnata come ricercatrice all’università ed i due contratti erano incompatibili, ma visto che al lavoro in cooperativa ci tenevo, ho aperto una partita Iva». Meno positiva l’esperienza di un altro lavoratore: «Ho 46 anni e sono stato disoccupato per 4. Poi sono stato pagato per diversi lavori con i voucher – racconta amareggiato – ma spesso facevo più ore di quelle segnate con i buoni. Non garantiscono futuro, non forniscono tutele e vengono utilizzati spesso a sproposito con conseguente sfruttamento del lavoratore. Vanno aboliti all’istante».