Omicidio di Sammommè, calcolatore e pronto a mentire. Afzal, da soccoritore a killer

il pakistano tradito dalle sue bugie

Afzal Hussain ha confessato l'omicidio

Afzal Hussain ha confessato l'omicidio

Pistoia, 9 ottobre 2016 -  Una rosa appesa al cancello della casa di Lamiae e Jamal. Un segno di vicinanza del paese a quel marito che si è visto strappare la moglie nel modo più atroce. Tradito dal suo amico, da colui che quella maledetta sera aveva finto solidarietà, che lo aveva persino chiamato al telefono per avvertirlo dell’incendio e che poi ha raccontato a tutti di aver tentato di salvare quella donna. Un calcolatore, freddo e pronto a mentire Afzal Hussain. Secondo quanto emerge da chi lo conosce da tempo l’uomo già il giorno prima del delitto mostrava agitazione. Il 5 ottobre gli era stato notificato il diniego della commissione alla sua richiesta di asilo internazionale.

Evidentemente questa notizia, sommata ad un «interesse» non corrisposto dalla donna hanno scatenato in lui una reazione violenta al «rifiuto». Gli immigrati più vicini all’uomo hanno raccontato agli inquirenti che il pakistano andava spesso a trovare Lamiae, anche quando non c’era il marito. Non solo, gli stessi abitanti del posto lo hanno visto quella sera prodigarsi insieme agli altri immigrati per spegnere l’incendio con estintori e secchi d’acqua. Poi la strana domanda, a distanza di due ore dalla tragedia: «Ma è ancora viva o morta?». Come faceva il pakistano a sapere che era proprio Lamiae quella in casa? Perchè ha chiesto più volte, a chi era con lui in albergo, se la donna fosse stata estratta viva dalle fiamme? Testimonianze fondamentali per le indagini che hanno portato a tratteggiare il movente del terribile omicidio. Afzal è stato ascoltato inizialmente come persona informata dei fatti, essendo stato, appunto, uno dei primi a tentare di spegnere l’incendio. Poi però, il cerchio degli inquirenti si è stretto su di lui. Ore di interrogatorio durante le quali, piano piano, sono emerse le incongruenze del suo racconto come il fatto che l’uomo si trovava a letto nell’hotel prima che scoppiasse l’incendio. Circostanza smentita da chi divide con lui la stanza e che ha portato l’uomo a crollare davanti all’evidenza. Lo sconcerto ieri a Sammommè era palpabile. Le finestre delle abitazioni quasi tutte serrate. Quella rosa donata a Lamiae e bagnata dalla pioggia parlava per tutti. Un’ altra donna è stata ammazzata proprio da chi diceva di volerle bene. M.M.