Prof accusato di molestie a scuola, si difende: "Solo equivoci"

L'ex insegnante del liceo artistico a processo per maltrattamenti e violenza sessuale

tribunale

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Pistoia, 24 febbraio 2017 - «Non ho mai messo le mani sul seno delle mie alunne. Figuriamoci! Tutt’al più potrò aver scostato i capelli di una ragazza per leggere meglio il cartellino con il nome: nelle scuole prime usiamo questo metodo per memorizzare i nomi degli studenti nuovi. A chi mi accusa di essermi avvicinato con le parti intime a una studentessa dico che è impossibile: una delle aule in cui facevamo lezione, nella succursale sul viale Adua, è molto stretta e, passando tra i banchi, posso aver avuto un contatto, ma ciò che è stato sentito è l’astuccio degli occhiali che tengo in tasca, non certo le mie parti intime».

Così, ieri pomeriggio, davanti al collegio presieduto da Roberto Tredici, giudici al latere Gianluca Mancuso e Jaqueline Monica Magi, si è difeso l’ex professore del liceo artistico Petrocchi, 58 anni della Valdinievole, a processo con le accuse di violenza sessuale, maltrattamenti, abuso di mezzi di correzione nei confronti degli studenti e delle studentesse di due classi dell’istituto, ragazzi e ragazze nati nel ’98 e nel ’99.

Il professore, che ha trent’anni di servizio, ed è difeso dagli avvocati Gualtiero Bracali e Alessandro Ramerini, ha risposto ad ogni accusa cercando di contestualizzare gli episodi riportati dai suoi ex alunni, fatti esposti in alcune lettere inviate dagli studenti prima alla dirigente scolastica, Elisabetta Pastacaldi, poi raccolte in un esposto presentato in procura. Tantissimi gli episodi riportati dagli ex alunni, difesi dagli avvocati Pamela Bonaiuti, Elisabetta Vinattieri e Stefano Belli, che hanno delineato un quadro dettagliato di una condotta che sarebbe stata tenuta sia nei confronti dei ragazzi che delle ragazze, per alcuni mesi. Per molti ragazzi quell’ora a scuola era diventata un incubo, come per esempio per quell’alunno deriso per la sua statura, al quale il professore avvicinava lo sgabello tutte le volte che si presentava alla lavagna.

«Lo facevo per fargli una cortesia – ha raccontato in aula il docente – Lui saltellava e allora lo aiutavo». E poi una ragazza invitata a togliersi i pantaloncini, «Perché così – avrebbe detto il prof – stai meglio». Anche quello un fraintendimento, secondo il prof che ha chiarito: «A scuola vigeva un regolamento sull’abbigliamento che vieta anche i pantaloncini: tutt’al più, l’avrò ripresa per quello». Ma ci sarebbero, nella lunga lista, anche fatti più gravi, come l’episodio in cui il docente avrebbe preso per la felpa uno studente e lo avrebbe fatto sporgere dalla finestra, minacciando di spingerlo giù. Una cosa «mai avvenuta», stando alla dichiarazione resa ieri in aula dall’ex insegnante. E un’ombrellata tirata nelle parti intime di un ragazzo: «Erano gesti goliardici, e simulati. Loro lo facevano con me e io con loro, ma nessuno è mai stato sfiorato».