Sequestrati in casa e minacciati. "Pregavo i banditi: non fateci male"

Marito e moglie raccontano i terribili momenti in balia della banda

Franca Rabuzzi mentre coccola la sua cagnolina, ancora impaurita Sul letto uno dei cassetti divelti dai banditi Foto di Carlo Quartieri

Franca Rabuzzi mentre coccola la sua cagnolina, ancora impaurita Sul letto uno dei cassetti divelti dai banditi Foto di Carlo Quartieri

Pistoia, 19 febbraio 2017 - In quattro, vestiti di nero, incappucciati, con i guanti, e armati di bastone, hanno saltato il muro di cinta della villetta di via Pieve a Celle (zona Piastrelle) e sono entrati in casa come fulmini. Cercavano la cassaforte. Per i due anziani è cominciato un incubo. Non avevano nessuna cassaforte in casa, ma i quattro banditi, che parlavano in italiano, ma con forte accento dell’est, li hanno tenuti sotto la costante minaccia del bastone e hanno messo a soqquadro la casa. Alla fine se ne sono andati a mani vuote e per garantirsi la fuga hanno distrutto il telefono dell’abitazione.

Per Franca Rabuzzi, 73 anni, nota giornalista pistoiese, e per il marito Luciano Biagini, 85 anni, sono stati momenti terribili. Li hanno supplicati di non far loro del male e di non farne nemmeno alla loro cagnolina, la piccola Connie, una chiwawa, rimasta terrorizzata a lungo.

Franca e Luciano ci hanno accolto in casa e ci hanno raccontato quei drammatici momenti. Erano da poco trascorse le sette di ieri sera. La porta dell’abitazione era aperta sul giardino (chiuso da una cancellata elettrica), perchè aspettavano il nipote e così, entrare in casa, una volta saltato il muro di cinta, è stato un attimo.

«Ce li siamo ritrovati in casa – hanno raccontato Franca e Luciano – urlavano “cassaforte! cassaforte!“. Abbiamo messo sul tavolto tutti i contanti che avevamo in casa, circa 300 euro, ma non li hanno presi. Volevano soltanto la cassaforte. Ci hanno fatto andare in camera da letto e uno dei tre stava davanti a noi con un bastone, per non farci uscire. Gli altri hanno cominciato a spostare tutti i mobili della casa alla ricerca della cassaforte, prima in salotto e poi nel piccolo studio, che hanno divelto. Io – racconta Franca – li ho pregati di non farci del male e di non farne nemmeno alla nostra piccola Connie. Ci hanno risposto gesticolando nel tentativo di rassicurarci. Poi quando si sono resi conto che la cassaforte non l’avevamo davvero, se ne sono andati e dalle loro parole ho capito che avevano sbagliato casa e da lì abbiamo capito che erano ben informati e che, comunque, avevano un obiettivo preciso».

La figlia di Franca, Michela, abita poche decine di metri sopra: «Dalla finestra di casa avevo visto una figura che correva, ho pensato che fosse mio figlio, che stavo aspettando, e sul momento non mi sono preoccupata».

I banditi sono fuggiti a piedi, probabilmente avevano un mezzo nelle vicinanze. Sul posto, per i primi accertamenti, una pattuglia dei carabinieri del Norm.

lucia agati