Marini e Mirò: una mostra per i due maestri

Due progetti per l'anno della cultura: portare al Palazzo del Tau le opere del genio catalano e la raccolta dei kolossal americani in cui compaiono opere di Marini

Il film "Sabrina"

Il film "Sabrina"

Pistoia, 19 gennaio 2017 -  Una mostra di quadri di Mirò al museo Marino Marini. E’ il progetto al quale sta lavorando la Fondazione Marino Marini che ha chiesto e ottenuto un prestito speciale dalla Fondazione Joan Mirò di Barcellona, nell’anno di Pistoia Capitale della cultura, per continuare a mantenere vivo il rapporto di amicizia che univa l’artista pistoiese e il maestro catalano. Un’affinità che trovava terreno fertile nella ricerca pittorica di Marini e che oggi dà forma al piano di valorizzazione artistica e culturale della sua figura e della produzione promossa dalla Fondazione pistoiese.

«L’idea – spiega Ambra Tuci della Fondazione Museo Marino Marini – è quella di affiancare la mostra prevista a Palazzo Fabroni “Passioni Visive” con un evento parallelo allestito tra le sale di Palazzo del Tau, incentrato sulle affinità e sulle corrispondenze fra i due artisti». La Fondazione ha sottoposto alcune opere di Marini al vaglio dell’istituto spagnolo in modo da consentire l’individuazione dei capolavori di Mirò da affiancare all’evento pistoiese che esporrà alcuni dei dipinti di Marini che ritraggono cavalli, cavalieri e soggetti circensi, realizzati nel trentennio 1950-1980. 

 

«Marino e Mirò erano amici nel colore, si piacevano e si influenzavano – aggiunge Ambra Tuci – ci piacerebbe ritrovare questo legame nella contemporaneità attraverso l’amore per la pittura nelle diverse accezioni coltivate dagli artisti legate al gioco, alla forma in movimento, al rapporto tra uomo e natura, tema caro a Marini». Il progetto di promozione e diffusione dell’opera del maestro pistoiese nel 2017 passa anche attraverso il recupero e la valorizzazione di materiale inedito legato alla presenza trasversale dell’artista nella produzione cinematografica e teatrale di livello internazionale, ovvero alla presenza di opere e riferimenti artistici sui set dei kolossal hollywoodiani, pellicole che hanno fatto la storia del cinema internazionale come «Sabrina» e «Indovina chi viene a cena». 

«Un altro progetto sul quale stiamo lavorando – conclude Tuci – è la ricerca di materiale inerente la rappresentazione teatrale che il Comunale di Firenze ospitò nel 2001. Si tratta di “Attila” fra le sculture di Marino Marini». Una rilettura in chiave mitico-moderna dell’opera giovanile di Giuseppe Verdi, per la regia di Franco Ripa di Meana, con le scene Edoardo Sanchi e la direzione di Roberto Abbado. Un’opera che annovera figure di spicco anche nel cast come Ferruccio Furlanetto e Dimitra Theodossiou.