"Fermate lo spaccio nei parchi": un arresto dopo le segnalazioni

Un 19enne originario del Gambia, senza fissa dimora, è stato arrestato in flagranza per spaccio dagli agenti della squadra mobile di Pistoia

I controlli della polizia (Foto Castellani)

I controlli della polizia (Foto Castellani)

Pistoia, 17 novembre 2017 - Da mesi ormai non si fa che parlare dei parchi cittadini, svuotati a causa di spaccio e degrado. Le lamentele dei frequentatori dei giardini pubblici hanno stimolato una serie di controlli, soprattutto da parte della squadra mobile della questura che negli ultimi giorni ha arrestato uno spacciatorie e ne ha denunciati altri tre, tutti molto giovani. Per sapere però se la situazione dei parchi cittadini è davvero cambiata abbiamo voluto chiedere a chi li frequenta quotidianamente se adesso si sente più sicuro. La sensazione è che sia stato fatto un passo nella direzione giusta, ma che la strada da fare sia ancora lunga, come racconta Graziella Minici, che frequenta quotidianamente il parco di Monteoliveto con i due figli piccoli.

«IL PARCO NON è ancora a misura di bambino, si continuano a trovare siringhe per terra e le condizioni di incuria dovute agli atti vandalici sono evidenti – sottolinea Minici – La verità è che possono fare i controlli che vogliono, ma finchè non riaprirà il bar al centro del parco sarà difficile contrastare efficacemente il degrado: quando il locale era ancora aperto i gestori tenevano l’ambiente pulito e curato e la clientela contribuiva certamente a garantire all’area verde la giusta frequentazione».

A MONTEOLIVETO passeggia ogni giorno anche Giulia Ponziani con i suoi cani: «Negli ultimi mesi il parco è più controllato – racconta – e vedo spesso pattuglie e agenti che sorvegliano il giardino. Ho assistito più volte a interventi della polizia, sia di giorno che di sera. Il fatto che il parco resti aperto anche di notte, però, favorisce il crearsi di giri loschi al suo interno. C’è ancora molta strada da fare per renderlo un posto davvero sicuro».

QUANDO CI spostiamo in piazza della Resistenza i commenti dei passanti sono più o meno gli stessi. «Sono cresciuto qui – dice Edoardo Ricciarelli – ed è triste vedere così pochi bambini. Ho assistito allo svuotamento del parco, giorno dopo giorno, e l’ho visto cambiare. Negli ultimi tempi la situazione è migliorata, gli arresti hanno messo un freno alla delinquenza, ma l’altro giorno dei ragazzi hanno fermato persino me per offrirmi sostanze stupefacenti: c’è ancora lavoro da fare».

SEMBRA INSOMMA che le preoccupazioni non siano state definitivamente accantonate, nonostante i cittadini apprezzino gli sforzi per rendere le aree verdi più sicure e soprattutto «libere» dallo spaccio di droga. «Il parco è abbastanza sicuro. Si vedono tanti stranieri che forse non hanno altro posto in cui stare – racconta Alessandro Sala – Se i problemi sono risolti? Non proprio. Quando mia madre deve passare di qui la sera le consiglio comunque di fare un’altra strada. Non sono tranquillo al pensiero di lei che attraversa il parco da sola». La strada dei controlli è quella giusta, dunque, ma è una strada che per dare i suoi frutti deve essere battuta ancora a lungo. La sensazione di sicurezza è proprio in fondo al sentiero.