Escursionisti dispersi: salvi dopo aver scavato una buca nella neve

Drammatica notte per due amici pratesi, in Val di Luce

Escursionisti

Escursionisti

Val di Luce (Abetone Cutigliano), 22 febbraio 2018 - Tanta paura per una notte passata all’addiaccio, in alta quota, con una fortissima bufera di neve e vento in atto e una visibilità prossima allo zero. Ma alla fine i due amici pratesi, di 27 e 45 anni, sono potuti tornare sani e salvi in Val di Luce, dove avevano parcheggiato l’auto. Nel mezzo dodici ore di ricerche frenetiche, iniziate poco dopo le 21 di martedì, quando i familiari dei due hanno dato l’allarme, non avendoli visti rientrare e non riuscendo a contattarli perché i cellulari non ricevevano segnale. Nell’ultima telefonata, avvenuta nel pomeriggio, i due amici avevano comunicato che avrebbero tardato il rientro, a causa del brutto tempo.

Le operazioni di ricerca sono iniziate intorno alle 22.30, quando una squadra del Soccorso alpino toscano è partita dalla Val di Luce, accompagnata dai gatti delle nevi, per poi dirigersi verso Foce a Giovo. Due squadre dei soccorso alpino emiliano sono invece salite dal lago Baccio. Sul posto erano presenti anche i vigili del fuoco di San Marcello e Pavullo, con 10 uomini, una squadra con altri uomini da Livorno e Firenze, alcuni cani e il personale del posto comando avanzato.

Ricerche che sono andate avanti in condizioni meteo proibitive fin verso le 3.30. Poi sono state sospese per riprendere ieri mattina presto, quando al gruppo si è aggiunta una squadra di Lucca del Sast che ha risalito il canale Segantini. A salvare i due scialpinisti pratesi è stata probabilmente la loro esperienza, che li ha spinti a un certo punto a fermarsi in alta quota, nella zona del monte Rondinaio, e a trascorrere lì la notte. I due, infatti, hanno preso la pala (che non deve mai mancare nell’equipaggiamento di chi pratica sci alpinismo) e hanno scavato una buca nella neve. Quella che in gergo si chiama «truna»: un bivacco di emergenza per ripararsi dal freddo. Poi, rannicchiati lì dentro, hanno atteso l’arrivo dell’alba, per riprendere il cammino di rientro. Verso le 8, infine, i due amici sono risusciti a raggiungere il passo d’Annibale, in una zona coperta da segnale cellulare, e a quel punto si sono messi in contatto coi familiari e i soccorritori.

«Gli scialpinisti  – spiega Luca Ceccarelli, responsabile della 33ª delegazione appenninica del Soccorso Alpino – erano perfettamente equipaggiati con ramponi, piccozza, apparecchio Artva e abbigliamento tecnico e il giorno prima avevano effettuato la salita del canale Segantini, venendo poi sorpresi da una tormenta di neve. Saggiamente hanno deciso di bivaccare sul posto scavando una buca nella neve e proprio questa accortezza ha consentito loro di mettersi al riparo dal fortissimo vento e di evitare di vagare nel buio. Un’accortezza che probabilmente ha salvato loro la vita». Il meteo di questi giorni però, continuano gli esperti del Soccorso alpino, è assolutamente proibitivo ed è in grado di mettere in difficoltà anche gli scialpinisti più esperti, che possono essere indotti a sottovalutare i pericoli. Nei prossimi giorni, poi, le temperature meteo dovrebbero abbassarsi a livelli davvero polari, con picchi che, soprattutto tra martedì e mercoledì, potrebbero sfiorare addirittura in quota i venti gradi sottozero.