Crisi del vivaio, lettera di Sandro Bruschi ai creditori: 'Una soluzione è possibile'

'Ci sono beni immobili che rappresentano valori'

Un vitigno

Un vitigno

Pistoia, 14 febbraio 2018 - «I valori dell'azienda Bruschi sono stati salvaguardati proprio grazie all’accordo a suo tempo sottoscritto con Tesi. Adesso l’elemento di novità ulteriore è rappresentato dalla sensibilità e dalla disponibilità dello stesso Fabrizio Tesi per favorire la modifica di tale accordo: è stata infatti formalizzata la disponibilità concreta a rilasciare compendi facenti parte del complesso oggetto di contratto. In pratica, beni immobili ricompresi nei contratti, in presenza di concrete richieste o manifestazioni di interesse da parte di soggetti interessati, potranno essere liberati celermente dal vincolo esistente». E’ questa la carta che il Vivaio Sandro Bruschi si gioca per mettere fine alle proteste dei creditori. E’ la stessa azienda ad averlo comunicato, nella mattinata di oggi, giorno dell’incontro fra le varie parti in causa.

Scrive Bruschi: «Il valore di tutti i beni, sulla base delle recenti perizie estimative redatte dai periti incaricati, è ancor oggi di consistenza tale da prevedere elevate percentuali di soddisfacimento per i creditori. Naturalmente anche in questo caso, pur non essendo un esperto, credo che le ragioni degli stessi creditori debbano essere ricondotte in un contesto di omogeneità di trattamento e di tutele condivise, onde evitare che alcuni si avvantaggino sulla base degli atti già compiuti a tutela dei loro singoli crediti. Solo in questo modo – aggiunge – la ricerca di una soluzione alla complessità della mia vicenda professionale potrebbe rappresentare un’utile traccia per regolamentare analoghe situazioni di difficoltà di aziende appartenenti ad un settore che ha evidenti caratteristiche agricole ma che purtroppo, nelle modalità di gestione, sempre più deve tenere conto delle difficoltà dei mercati e della competizione». E’ in questo modo che la Bruschi cerca di sciogliere il nodo che si è creato a fine 2016 con la chiusura dell’azienda e il passaggio del ramo principale dell’attività d’impresa alla Giorgio Tesi che ha lasciato a bocca asciutta diverse decine di piccoli fornitori locali che hanno messo in piedi un combattivo comitato di creditori.

«Per quanto mi riguarda, già precedentemente all’accordo da me sottoscritto, ho effettuato diversi tentativi per individuare soluzioni di collaborazione e/o partnership, dando la piena disponibilità a ingressi esterni nella mia azienda e alla condivisione di nuove e diverse modalità di gestione – scrive ancora Bruschi –. E’ mia radicata convinzione che, viste le caratteristiche strutturali che caratterizzavano la mia azienda, quel tipo di soluzioni avrebbero creato sinergie positive tra la mia azienda e tutti i creditori. Purtroppo, i comprensibili interessi individuali hanno, di fatto, impedito il raggiungimento di tali accordi. Per le ragioni sopra esposte l’accordo sottoscritto con la Giorgio Tesi si è rivelato l’unico da poter valutare. Il signor Fabrizio Tesi è stato il solo imprenditore del settore che mi ha concretamente proposto una soluzione “articolata”. Per questo motivo non è affatto superfluo ringraziare la stessa azienda e Fabrizio Tesi. Questi ringraziamenti assumono ulteriore valenza se consideriamo le dichiarazione pubbliche rilasciate negli ultimi giorni dallo stesso Tesi in ordine alla manifestata disponibilità di rivedere l’accordo sottoscritto, per renderlo il più possibile funzionale al soddisfacimento delle ragioni dei creditori coinvolti. Una volta di più mi preme sottolineare che sin da subito ho pensato che il mio insuccesso dovesse gravare nella misura minore possibile su coloro che, per tanti anni, mi hanno consentito di crescere e di diventare una importante realtà del distretto. Solo per questa ragione ho sacrificato tutto quello che avevo con fatica costruito negli anni, tutto il patrimonio aziendale nonchè i miei beni personali – sottolinea Bruschi – che sono stati messi a disposizione dei creditori. Non senza alcun rammarico ho potuto riscontrare che i creditori hanno intrapreso le più diverse strade per vedere, seppur legittimamente, tutelate le proprie singole ragioni di credito». Elencando i diversi tentativi dei creditori di recuperare il dovuto, Bruschi conclude dunque che «contrariamente a quanto si cerca di far credere all’opinione pubblica non si è mai formato un “tavolo univoco” che potesse riallineare le varie azioni già in atto in maniera tale da individuare una soluzione percorribile e satisfattiva per tutti i soggetti coinvolti. A dispetto di quanto più volte letto e sentito dire, nonostante le innumerevoli difficoltà di gestione e i continui nuovi ostacoli generati dalla pluralità della azioni promosse nei miei confronti, è stata ormai da diversi mesi avviata un’approfondita analisi per individuare la migliore soluzione da proporre ai creditori. Ciònonostante – conclude – ancora oggi devo destinare energie e risorse finanziarie per difendermi nell’ambito di un procedimento teso a far decretare il fallimento di una impresa agricola».