Ex sindaco condannato, "Deve al Comune 70mila euro"

«Deve al Comune 70mila euro»

Renzo Berti

Renzo Berti

Pistoia. 23 settembre 2017 - L’EX SINDACO Renzo Berti, in carica a Palazzo di Giano dal 2002 al 2012 e ora responsabile del dipartimento prevenzione della Asl Toscana centro, deve restituire al Comune di Pistoia quasi 70mila euro per aver assegnato, con un decreto del 2007, un compenso annuale di 50mila euro all’allora capo di gabinetto e portavoce Fabio Fondatori che non avendo la laurea, secondo i giudici amministrativi, avrebbe dovuto percepire un compenso molto più basso.

Si è pronunciata così la Corte dei conti della Toscana sul caso finito anche nelle aule del tribunale penale dove l’ex primo cittadino è stato però assolto dall’accusa di «abuso d’ufficio» per avvenuta prescrizione.

LA CORTE dei conti ha stabilito invece che c’è stato un danno erariale nei confronti dell’ente anche se, nella sentenza, ha ricalcolato l’importo richiesto dal Comune (oltre 200mila euro) al ribasso, facendo riferimento agli anni che vanno dal 2009 al 2012 per avvenuta prescrizione del periodo antecedente.

IL CASO riguarda il rinnovo dell’incarico di portavoce e capo di gabinetto a Fabio Fondatori con decreto del sindaco, nel 2007, quando Berti fu riconfermato a Palazzo di Giano. Venne confermato anche il compenso di 50mila euro l’anno per il «doppio incarico». Per i giudici Fondatori avrebbe invece dovuto essere inquadrato nella categoria corrispondente ai requisiti culturali e professionali da lui posseduti, ovvero, in base al curriculum, nella categoria C, posizione economica 5, per l’accesso alla quale è richiesto il solo diploma di scuola superiore. Per questo Fondatori avrebbe dovuto percepire un importo annuo lordo pari a 23.726,43 euro, ovvero 21.901,32 l’anno più 1.825,11 euro come tredicesima mensilità. L’ex capo di gabinetto quindi, dal 2009 al 2012, secondo i giudici ha percepito circa 27mila euro annui in più rispetto al dovuto.

NON SOLO, nel dispositivo si parla anche di «colpa grave» nei confronti dell’ex primo cittadino «trattandosi di atto assunto, in via diretta ed autonoma. Nella condotta di Berti – viene scritto – è sicuramente ravvisabile il profilo soggettivo della colpa grave, attesa l’estrema trascuratezza e superficialità mostrate nella salvaguardia delle risorse finanziarie del Comune di Pistoia, con il riconoscimento a Fondatori di un compenso sganciato da ogni oggettivo parametro di riferimento e ben superiore a quello giustificato dai requisiti culturali e professionali del medesimo».

ASSOLTO da ogni risarcimento al Comune è invece l’ex segretario generale Carlo Ferrari, chiamato in causa per non aver controllato che l’atto firmato dall’allora sindaco Renzo Berti fosse corretto dal punto di vista tecnico.

«Dagli atti di causa non emerge alcuna prova certa del coinvolgimento nella specifica vicenda – scrive la Corte dei conti – Non risulta, in particolare, che a Ferrari, quale segretario generale dell’ente, sia stato preventivamente chiesto un parere sulla legittimità del decreto e che lo stesso decreto, in epoca successiva alla sua adozione, sia stato a lui trasmesso».

A nulla sono servite le argomentazioni della difesa che ha spiegato come l’atto di riferimento sia del 2002 e che al tempo venne preparato da funzionari dell’ufficio personale.

Michela Monti