Biopsie, servono mesi per le risposte

"Chi è malato non può aspettare, a Pescia manca il personale"

Polemica per i tempi di attesa dei risultati delle biopsie

Polemica per i tempi di attesa dei risultati delle biopsie

Pistoia, 23 maggio 2017 - «Per i risultati di una biopsia servono mesi. Ma quando si ha paura di avere un tumore o qualche altro brutto male, attendere mesi può voler significare morire. E’ semplicemente inconcepibile. Una vergogna». Le segnalazioni si accumulano, fra le persone che negli ultimi mesi si sono dovute rivolgere al servizio sanitario locale per gli esami a frammenti di tessuto. Due, per molti aspetti simili, sono state raccolte nel giro di poche ore dal nostro giornale. In entrambi i casi vengono denunciati fortissimi ritardi e l’incapacità, da parte dell’Azienda sanitaria, di fornire risposte certe sui tempi di risposta per ottenere i risultati delle analisi.

 

«A fine febbraio – racconta Patrizia Menichi – l’otorino ha prelevato un campione di tessuto dalla mia lingua e lo ha inviato ai laboratori dell’ospedale di Pescia per le analisi. Ad oggi – dice furente – non ho ancora ottenuto una risposta. Dall’Asl mi dicono che non c’è personale sufficiente ad assicurare tempi di risposta rapidi e pertanto occorrerà ancora un po’ di pazienza. Quanto ne serva, però, non è dato sapere».  Arrabbiata e stanca di attendere invano di ottenere risposte sul proprio stato di salute, Menichi si è rivolta anche ai carabinieri. «Questi – continua – mi hanno suggerito di inviare una raccomandata all’Azienda sanitaria per segnalare la questione e chiederne la soluzione. Se non dovesse arrivare una risposta in tempi rapidi, mi è stato ancora suggerito, potrei fare un esposto. E’ probabile che segua questo percorso, ma di certo non va assolutamente bene. E’ inaudito che si debba arrivare a questi punti». 

 

Il centro che effettua le analisi si trova a Pescia e lavora anche per le altre parti della provincia. Dall’Azienda sanitaria non arriva per il momento alcun commento ufficiale anche se, pare di capire, il problema della mancanza di personale sarebbe in via di soluzione.   Chi se lo può permettere, magari a costo di sacrifici, imbocca rapido la strada delle strutture private, ma per chi non ne ha i mezzi non rimane che un’attesa snervante e l’interrogativo che ripetono anche le persone che segnalano i casi: «Ma la sanità non dovrebbe essere un diritto?».

 

«Alcuni mesi fa, mio marito si è trovato un brutto neo e, con tanta paura, è andato a farsi prelevare un campione di tessuto per le analisi – racconta anche Giusi – . Si è così sottoposto a un intervento all’ospedale ma, visto che non potevamo certamente aspettare, attraverso una visita privata costata oltre cento euro. Era fine marzo e, a oggi, non ha ancora avuto i risultati. La giustificazione che ci è stata data è che a Pescia il centro patologico ‘ha avuto dei problemi e sono un po in arretrato....’: è semplicemente una pura follia. Si parla della vita delle persone e – nota ancora Giusi – due o tre mesi fanno la differenza. Certi esami non si possono rifare e ancora, non ci sanno nemmeno dire quando mio marito riceverà i risultati. E inconcepibile. Se ci sono dei problemi di mancanza di personale almeno dovrebbero avvisare le persone