Bertinelli: 'Sono pronto al bis, ecco come migliorerò ancora la città'

Intervista al sindaco uscente in vista del voto dell'11 giugno

Samuele Bertinelli

Samuele Bertinelli

Pistoia, 26 maggio 2017 - Il sindaco Samuele Bertinelli cerca il bis alle elezioni dell'11 giugno. Ecco il programma e le 'sensazioni', con qualche frecciata agli avversari.

Bertinelli, è in corsa per il bis dopo cinque anni da primo cittadino. Quanto è cambiato il sindaco, come persona, dopo questa esperienza di governo?

In questi anni sono diventato padre di una splendida bambina, ed anche per questo ho imparato a guardare la città con più amore e senso della prospettiva. Fare il sindaco è un autentico privilegio, che mi ha consentito, tra difficoltà quotidiane e sfide per il futuro, di conoscere Pistoia ed i pistoiesi come nessun’altra esperienza credo possa consentire.

Qual è l'ultimo libro che ha letto? C'è qualche passione a cui ha dovuto rinunciare per la politica?

La politica è per me una inesauribile passione: significa imparare moltissimo ogni giorno, vivere tante vite nella stessa vita. Non ho rinunciato per questo a leggere, ascoltare musica, coltivare i miei affetti e le mie amicizie. Sto leggendo un libriccino di Roger Caillois sulla figura tragica e contraddittoria di Ponzio Pilato.

Lei è iscritto da sempre al Pd, è sostenuto dal Pd ed è amico del governatore Enrico Rossi che invece ha scelto un'altra strada. Dopo la scissione e le tensioni, crede ancora nel progetto del Partito democratico?

Sì, continuo a pensare che il Pd sia il nome nuovo della sinistra di questo secolo, argine per forze xenofobe, presidio antifascista. Stimo Enrico Rossi, anche se non ho condiviso la sua scelta.

Non è un mistero che molti all'interno del Pd avrebbero voluto le primarie. Ora che ci sono nove candidati sindaco, fra i quali l'ex Pd Roberto Bartoli, pensa che sarebbe stato meglio farle per evitare magari questa frammentazione?

Se il Pd o qualcuno nel Pd avesse voluto le primarie si sarebbero fatte ed io non sarei stato contrario, come ho detto in tempi utili ai segretari regionale, provinciale e comunale. La verità è che chi si candida oggi non le ha chieste, forse anche perché le ha già perse cinque anni fa.

Anche lei ha puntato molto sulle liste civiche, perché?

Il civismo presente nella coalizione esprime una mobilitazione culturale, sociale e civile che, come nelle migliori stagioni del riformismo progressista, sostiene un progetto politico di ampio respiro. Un’alleanza larga di cittadini attorno a forze politiche, in particolare al PD, che rappresenta l’architrave, politica e organizzativa, della coalizione e del programma.

Quali sono gli obiettivi per i prossimi cinque anni di mandato se dovesse essere rieletto?

Quando diciamo di voler continuare a cambiare Pistoia, indichiamo la prospettiva di un nuovo modello di sviluppo, solidale ed ecosostenibile, che abbia al centro il lavoro. Lo costruiremo attraverso un piano strategico, che orienti il territorio pistoiese verso una progressiva unificazione al di qua del Serravalle e dispieghi tutto il potenziale della capitale italiana della cultura. Continueremo a investire in welfare, cultura e ambiente, avendo maggiore attenzione alla cura quotidiana della città, estendendo i servizi e proseguendo l’azione della rigenerazione urbana, dal Ceppo, alle Ville Sbertoli, a Montesecco. Possiamo farlo perché abbiamo sostanzialmente risanato il bilancio.

Di questi cinque anni del suo governo ricorderemo senza dubbio il riconoscimento alla città di Capitale della Cultura. E' soddisfatto di come si sta svolgendo il programma? Non crede che manchi un grande nome di richiamo?

Abbiamo interpretato la Capitale della Cultura come un ponte verso il futuro, non come una serie di eventi che si sarebbero consumati nel loro compiersi. Anche per questo abbiamo ottenuto il riconoscimento. Registriamo oggi un incremento del 30% delle presenze turistiche, una notorietà che Pistoia non ha mai conosciuto e che produrrà positivi sviluppi anche nei prossimi anni.

Quali sono i settori in cui l'amministrazione avrebbe potuto fare di più? Ha qualche rimpianto?

Si può sempre far meglio: penso alla manutenzione degli spazi pubblici, a partire dal verde, per il quale c’è bisogno di un forte cambiamento, per esempio con un giardiniere dedicato per ogni parco. Nei prossimi anni intendo svolgere un ruolo più pubblico e politico.

Che Pistoia lascia dopo questi cinque anni? Perché i cittadini dovrebbero darle di nuovo fiducia?

Quel che abbiamo seminato sta già fiorendo, e apre la città ad una nuova e durevole stagione di progresso culturale, economico e sociale: Pistoia ha diminuito il debito; sviluppato in qualità e quantità i servizi, dal welfare alla cultura; risolto vicende annose, dal nuovo polo della sicurezza alla caserma della guardia di finanza; avviato una trasformazione urbana di qualità per il Ceppo e le zone a sud, ovest e nord-est; sta ammodernando il sistema infrastrutturale, dal raddoppio della ferrovia, al nuovo casello autostradale e all’asse dei vivai, fino alla strada interquartiere a nord e al prolungamento di via Salvo D’Acquisto; non ha consentito consumo di suolo e attuato politiche ambientali e della mobilità avanzate; ha acquisito un respiro internazionale mai avuto prima e una vera centralità nei rapporti coi territori limitrofi.

Se ci dovesse essere il ballottaggio, per lei sarebbe una sconfitta?

Il 2016 ci insegna che oggi vincere al primo turno per un sindaco è una specie di miracolo, ma c’è una grande, positiva mobilitazione che mi fa pensare che potremmo anche compierlo, se continuerà a svilupparsi un impegno corale di tutte le donne e gli uomini di buona volontà, a partire da me, in questa direzione.