Scassinato l’autolavaggio. "E’ la quinta volta in un mese"

Il colpo sulla Fiorentina. Il titolare: «Chiedo aiuto»

L’ingresso dell’autolavaggio Idrobox sulla Fiorentina

L’ingresso dell’autolavaggio Idrobox sulla Fiorentina

Pistoia, 22 maggio 2017 - Il quinto furto con scasso in meno di quaranta giorni. E’ accaduto sabato notte nell’autolavaggio Idrobox, all’inizio della via Vecchia Fiorentina, al Fagiolo, proprio davanti alla Conad.

Stessa tecnica di sempre. I malviventi arrivano e scassinano la colonna per il self service. Altre volte, hanno preso a martellate anche il distributore di bibite accanto. Incuranti delle telecamere di videosorveglianza, che il titolare ha fatto istallare per fermare la razzia infinita. E, a quanto ci racconta lui stesso, Alessandro Brafa, ci sarebbero anche le riprese di queste incursioni.

«Purtroppo queste persone si coprono il volto ed è difficile anche per le forze dell’ordine identificarle», spiega il titolare. «Io però sono esasperato e sto pensando di mollare, o meglio di fare uno sciopero, lo sciopero delle tasse. Perché la sicurezza deve essere garantita in città a chi lavora». L’ultimo colpo è stato messo a segno sabato notte. Ad accorgersi dei danni è stato il dipendente dell’autolavaggio, al momento dell’apertura, ieri mattina.

«Questi blitz notturni sono di certo opera di disperati – continua Brafa – anche perché si tratta di un magro bottino, 50 o cento euro. Noi la sera tardi facciamo sempre cassa quindi la notte c’è poco: solo gli spiccioli dei clienti del self service».

Ben più salato il conto per riparare i danni. «Ho calcolato che solo nell’ultimo mese ho speso qualcosa come diecimila euro per rimettere a posto tutte le volte le macchine del self service letteralmente fracassate e per il fermo attività», fa i conti il titolare.

«Tutte le volte denuncio il fatto alle forze dell’ordine, che vengono qui a fare i rilievi. Ho pensato che un sistema di videosorveglianza e l’allarme potesse scoraggiare queste persone, invece non è servito a niente».

Ormai il titolare è esasperato e sta pensando addirittura di lasciare l’attività. «Io e il mio dipendente lavoriamo in pratica per ripagare i danni che l’azienda subisce. A questo punto, mi rivolgo alle massime autorità, al signor prefetto e al sindaco. Non mi resta da far altro che uno sciopero fiscale, per tutti i danni che ho subito e che continuo a subire».