Luce d'Oriente, il santo Samurai scolpito da Enrico Savelli

L'opera resta in Giappone

Enrico Savelli

Enrico Savelli

Pistoia, 28 luglio 2017 -  PRIMA di lui soltanto Rodin aveva esposto le sue opere in Casa Buonarroti, a Firenze. E la Pietà di Enrico Savelli è stata fotografata da Aurelio Amendola che le ha restituito, così, come a quella di Michelangelo, luce magnifica e sovrannaturale. Ne nacque un raffinatissimo catalogo. Savelli scolpisce lo stesso marmo di Michelangelo. Lo scolpisce fino a renderlo, in alcuni punti, così trasparente da far filtrare la luce. E’ la sua ricerca della scintilla divina nell’uomo. Alla fine le sue opere hanno cuori palpitanti, d’oro. Sovrannaturali, appunto.

E l’Agnello Mistico, il Cristo che Enrico ricerca ovunque, affiora con dolcezza da quei marmi, perchè è lì, nascosto, va soltanto trovato. Il marmo custodisce le sue gemme. Le opere di Savelli, che lavora nella sua casa-studio sulle colline da sogno di Casore del Monte, a Menghino, vanno lontano e in silenzio. «L’arte va dove deve andare», ha sempre detto l’artista. Stavolta la statua del suo Ukon Takayama si è fermata in Giappone. Takayama visse nel 1600. Fu un samurai perseguitato per aver poi scelto la fede cristiana. Papa Francesco lo ha beatificato pochi mesi fa, il 7 febbraio. La scultura in marmo del beato Ukon impugna la sua spada da samurai, una spada che, lasciando filtrare quella luce dorata, lascia intravedere che, in realtà, quella spada è la Croce e la figura di Gesù si rivela, chiarissima, ma soltanto attraverso la luce. Un’immagine che incantò Iromi Sasaki, dell’Associazione Culturale Giapponese.

«La vide sul mio mio telefonino – racconta l’artista di Casore – , e durante le celebrazioni al Museo dei Martiri di Nagasaki, la mostrò al direttore Renzo De Luca, argentino, figlio spirituale di Bergoglio, che quando ha visto il catalogo con le mie opere ne volle alcune a Osaka, dove sono state esposte dal 6 al 30 agosto del 2016. Compreso il mio Takayama (che pochi mesi dopo fu beatificato dal pontefice) e che poi fu portato a Nagasaki per una mostra a lui dedicata». Il Beato Justo Takayama Ukon scolpito da Enrico Savelli è ora a Takamatsu, in una stanza per la cerimonia del tè. Savelli si emoziona nel raccontare il lungo viaggio di quel suo marmo illuminato così come quando parla, con timidezza, della sua Madonna nella cappella della maternità di Careggi. Piena di ex voto. lucia agati