Accusato di aver picchiato l’ex. Il giudice l’assolve. Lei lo bacia

"Ero arrabbiato per una bugia"

Violenza contro le donne (foto d'archivio)

Violenza contro le donne (foto d'archivio)

Pisa, 31 gennaio 2017 - LETTA la sentenza, dopo i primi attimi, è corsa ad abbracciare la sua donna. Quella che per il procedimento penale avrebbe picchiato e rapinato. Ma lui, un marocchino 40enne di Pisa, l’ha ripetuto in aula, sottoponendosi all’esame, che la storia era diversa: «Non nego di averla spinta, anche con il casco in mano – ha detto – Ero arrabbiato». La storia che ha portato quest’uomo davanti il primo collegio del tribunale di Pisa inizia una sera quando un gruppo di giovani che stava facendo rientro a Pisa, nella zona del cimitero, vedono un motorino a terra, una donna che chiede aiuto, e il 40enne che la stava aggredendo. L’ultimo testimone è stato sentito ieri e ha detto di aver visto lui che la picchia con il casco, poi si allontana con la borsa.

«LA DONNA ci disse che le aveva preso la borsa e che lei in quella borsa aveva tutto», ha detto il teste ricordando che si trattava del suo ex fidanzato. Sempre il testimone ha ricordato che la donna era molto spaventata e che insieme ai colleghi provvide a chiamare i carabinieri. Tutto questo poi, confortato dalla querela della parte offesa, dal riconoscimento del soggetto, è diventato un processo penale arrivato alla fase conclusiva ieri in tribunale a Pisa. L’imputato, in Italia da diverso tempo, badante di professione e muratore per arrotondare, ha detto che quella sera era arrabbiato con la fidanzata «che non è la sua ex ma è ancora la sua compagna perché gli aveva detto una bugia, la vide passando in motorino in un luogo frequentato da prostitute quando doveva essere altrove – ha ricordato – Non la rapinai, e riguardo le borse avevo la mia borsa e quella della spesa». Ma una paura sì: che facesse quello che fanno le ragazze in quel posto. Il difensore Sara Baldini, dopo la requisitoria del pm – ha evidenziato anche come l’uomo provvedesse e provveda al mantenimento della donna e della famiglia di lei – che aveva chiesto cinque anni e 2mila euro di multa, ha sottolineato come quella sera i due, dopo litigio erano insieme, come le lesioni furono lievi (giorni) e la donna abbia provveduto a rimettere querela perché «non conosce la legge e cosa innescava con quell’atto». «Anzi cercò di spiegare tutto al Gip», ha aggiunto il legale, ammettendo pure che quell’arrabbiatura ci fu, come pure lo spintone. Una breve camera di consiglio ha chiuso con l’assoluzione la vicenda. Un attimo dopo: un bacio e un abbraccio.

Carlo Baroni