Pistoia, 14 maggio 2014 - «LA CHIESA ha il compito di accogliere e di far capire a tutti gli omosessuali che Gesù li ama, chi entra in questa parrocchia non è un peccatore per me ma una persona che può essere accompagnata nel suo cammino di vita». Don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro e Ramini, parla con molta più tranquillità, oggi, sotto il pontificato di papa Francesco, del progetto, unico del genere in città, che da un anno e mezzo porta avanti nella “sua” chiesa, dedicato a chi ha scoperto di amare persone dello stesso sesso. Non molti lo sanno ma all’interno delle mura parrocchiali di via Santa Maria Maggiore, un gruppo di cittadini omosessuali si incontra ogni due settimane per condividere e parlare della propria esperienza e delle difficoltà nella vita di tutti i giorni. Si tratta di un vero e proprio percorso pastorale per riavvicinare alla chiesa chi pensa di essere per sua natura lontano da essa.

LA SERATA culmine di questo progetto sarà, come l’anno scorso, quella di venerdì quando in chiesa, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, si terrà una veglia in ricordo delle vittime. «ll nostro percorso racchiude uno spaccato di quello che nel territorio è una realtà ben più estesa — racconta Biancalani —. Abbiamo presenze fisse e chi va e viene a seconda del periodo. E’ compito della chiesa accogliere tutti e dire loro, a prescindere dall’orientamento sessuale, che Gesù li ama». Biancalani è sicuramente una delle poche “mosche bianche” nella chiesa ad aver avviato un percorso del genere. Una scelta che non meraviglia chi lo conosce.

DON MASSIMO, che insegna anche alle scuole superiori, è sempre stato in prima linea in molti progetti che riguardano più la vita civile che religiosa. Nella sua chiesa è nato il giardino dei giusti in ricordo dei grandi personaggi che hanno contribuito a rendere questo mondo migliore, da anni segue i giovani problematici di Scampia attraverso progetti di solidarietà, periodicamente organizza incontri e dibattiti su temi di stretta attualità. «Mi piace essere sul fronte — commenta sorridendo —. Questo percorso insieme agli omosessuali aiuta a crescere anche me, come parroco e come persona. Lo ha detto anche papa Francesco — continua — chi sono io per giudicare? La chiesa deve accogliere, guidare, consigliare ma soprattutto ascoltare. In questo percorso pastorale abbiamo incontrato dai giovani vittime di stalking, allo straniero gay che ha subito violenza da bambino e che è arrivato in Italia per scappare dal suo inferno, fino a uomini sposati che durante il loro matrimonio hanno scoperto la propria omosessualità. Quello che noi diamo a queste persone è prima di tutto il conforto e poi spieghiamo che Dio ha amore anche per loro».

IL PROGETTO della parrocchia di Vicofaro era condiviso anche dall’ex vescovo di Pistoia Mansueto Bianchi. La comunità invece si divide ancora sulla scelta del parroco dai capelli lunghi. «Abbiamo subito informato del progetto tutti quanti — spiega Biancalani — ma non è facile ottenere una comune comprensione soprattutto da parte degli anziani. L’importante è che si sappia che questa chiesa è aperta a tutti». Il prossimo appuntamento è quindi fissato per venerdì dove non ci sarà solo una serata di preghiera ma anche l’occasione per ascoltare delle testimonianze. «E’ un momento particolarmente coinvolgente dove si possono ascoltare storie vere — conclude Biancalani —. In questa chiesa venerdì entreranno delle persone e non dei peccatori».