Pistoia, 29 aprile 2014 - Villa gigliola andrà all’asta. La lussuosa casa di Mamma Ebe, appollaiata sul Montalbano, sul passo del San Baronto, territorio comunale di Quarrata per poche decine di metri, poichè subito dopo comincia Lamporecchio, è stata confiscata, e adesso appartiene allo Stato. Gli appartiene con tutta la sua storia, parte integrante della storia e delle cronache pistoiesi per moltissimi anni. E meta, per tanto tempo, dei pellegrinaggi di chi si affidava alla Santona di San Baronto nella speranza di guarire e di scacciare per sempre le influenze maligne dalla propria vita.

 

La confisca è stata l’atto finale del processo che si è snodato nei tribunali di Cesena e di Forlì e che ha visto Gigliola Giorgini condannata definitivamente, dopo la sentenza della Corte di Cassazione del novembre di tre anni fa, a sei anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica, e truffa ai danni dell’Asl di Cesena, che si era costituita parte civile. La confisca è stata notificata alla Giorgini alcune settimane fa dai carabinieri e il destino di Villa Gigliola è ora affidato a un liquidatore che, dopo le perizie, curerà la vendita all’asta della villa.

 

Facendo un passo indietro, cerchiamo di spiegare come si arriva allo scenario attuale dove il liquidatore, in un primo momento, era stato nominato, dal tribunale di Pistoia, quale amministratore
giudiziario degli immobili confiscati, confisca che fu poi revocata, ma parallelamente c’era il provvedimento emesso dal tribunale di Forlì, poi confermato dalla Corte d’appello di Bologna. Sono state confiscate le quote della Corallo srl, società proprietaria della gigantesca villa sul San Baronto, quote che sono poi risultate, al 99 per cento e oltre, di proprietà di Gigliola Giorgini, 80 anni, tuttora ai domiciliari a Viareggio.

 

La confisca è definitiva. E’ stato nominato un custode delle quote che, a sua volta, ha nominato il liquidatore, che dovrà vendere l’immobile. Con il ricavato dovranno essere pagati i pochi creditori, fra cui il Comune di Quarrata, la differenza andrà allo Stato, che ha diritto ai soldi. Gli edifici dove Mamma Ebe e i suoi collaboratori svolgevano le loro attività erano due, Villa Gigliola e Villa Sorriso, che si trova nella stessa conca, alle pendici del Montalbano, ma la Corallo era proprietaria soltanto di Villa Gigliola, l’altra villa era di proprietà di altre persone ed è tornata nella loro piena disponibilità. Fa parte del complesso anche un piccolo appartamento che si trova a ridosso della curva, vicino alla villa, poca cosa rispetto al sontuoso edificio e all’immenso appezzamento di terreno sovrastato da Villa Gigliola.

 

Le perizie sono in corso e quindi non è possibile, per il momento, ipotizzare una valutazione. Nè vi potrà essere, come da qualcuno ipotizzato, un uso sociale di questi beni, poichè non vi è sequestro dell’immobile, provvedimento che può determinare l’affidamento alle comunità. Un ambiente che potrebbe esercitare una certa suggestione per un privato interessato, magari straniero, oppure diventare, chissà, un bed and breakfast quale tappa ideale nell’immensa bellezza del Montalbano.

 

lucia agati