Pistoia, 15 aprile 2014 - I parlamentari e il sindaco «uccidono» il già morto amministratore della holding. Il presidente della Regione diserta per «impegni improrogabili», lasciando i fischi della platea al suo assessore, e annunciando la sua venuta allo stabilimento AnsaldoBreda soltanto per giovedì. I sindacati tuonano, chiedono garanzie per posti di lavoro e missioni produttive, e reclamano un incontro con il Governo Renzi. Operai e impiegati allargano le braccia, uscendo dall’assemblea senza avere mezza certezza di più di tre ore prima.

 

E’ stata l’ultima mattinata al Cral aziendale di via Ciliegiole. Ieri, una sala piena come raramente è capitato, per l’incontro pubblico promosso dalle Rsu nel bel mezzo di uno dei passaggi più delicati per la fabbrica dei treni. Come dallo stesso copione che si ripete ormai da anni, ad ascoltare e parlare erano stati invitati rappresentanti delle istituzioni locali, i due parlamentari pistoiesi, sindacalisti nazionali di tutte le sigle. Peccato che il più atteso di tutti, il presidente della Regione Enrico Rossi non si sia presentato. «Ma guarda caso...», si sussurrava fra le tute blu in platea. E’ un po’ di tempo che nello stabilimento pistoiese si attende una presa di posizione netta sulla cessione agli stranieri e le prospettive industriali.

 

«L’ultima volta Rossi aveva detto che si sarebbe incatenato ai cancelli: dov’è finito?», si è chiesto qualche lavoratore con sfoggio di sorriso beffardo. Al posto del «governatore», che dopo ha comunicato di voler incontrare le Rsu questo giovedì, ha fatto capolino l’assessore alle attività produttive, Gianfranco Simoncini. «Il presidente Rossi si scusa per non essere potuto venire...». Bordata di fischi dal pubblico. Simoncini ha ripreso per chiarire che la Regione sostiene il settore ferroviario e il suo distretto, e che al Governo domanda garanzie e una strategia di sviluppo. Come i deputati Pd, Caterina Bini ed Edoardo Fanucci (ma erano presenti anche altri come Marisa Nicchi di Sel) e il sindaco, Samuele Bertinelli prima di lui, l’assessore ha espresso un «giudizio pesantemente negativo su Finmeccanica» e sulla stessa gestione generale di AnsaldoBreda, anche se non è arrivato a invocare la sostituzione di Alessandro Pansa al vertice della holding. E la sua sostituzione arriva in serata con il governo che annuncia la nomina alla guida di Finmeccanica dell’ad delle Ferrovie Mauro Moretti.

 

In ogni caso le parole di Simoncini non fanno breccia fra impiegati e operai. «Peccato non sia venuto Rossi — scandisce un minuto dopo un lavoratore dal palco — perchè gli avrei voluto chiedere come funzionano i treni che la Regione ha comprato dai polacchi. Lei Simoncini lo sa?», ha chiesto ironico fra gli applausi dei colleghi. L’unico risultato «concreto» dell’assemblea di ieri è stata la firma dei politici presenti in calce al documento presentato dalle Rsu. «Ormai da anni — si legge nell’ordine del giorno dei sindacati dello stabilimento — Finmeccanica persegue la strada del deconsolidamento del settore trasporti. Questa decisione è per noi sbagliata perché non tiene conto della elevata potenzialità del mercato dei veicoli ferroviari, da anni in crescita costante a livello europeo e mondiale».

 

«Anche in Italia è improrogabile avviare finalmente il rinnovamento e il potenziamento del trasporto pubblico locale, e la presenza di un forte soggetto nazionale integrato nel settore dei materiale rotabile, infrastrutture e segnalamento, come quello costituito in una logica di filiera da AnsaldoBreda e AnsaldoSts, potrebbe essere l’occasione per ripensare il sistema dei trasporti a favore di modalità sostenibili ed integrate a livello regionale. E’ evidente — si prosegue — che a questo processo le Ferrovie dello Stato, di gran lunga la maggiore società di trasporto ferroviario italiana, non potranno e non dovranno essere estranee». Un polo dei trasporti «anche indipendente da Finmeccanica». E allora, di nuovo, parola al Governo nazionale.

 

s.t.