Pistoia, 4 giugno 2013 - La valanga dei Fyra finisce di travolgere AnsaldoBreda. Dopo quelle belghe, anche le ferrovie olandesi intendono rompere il contratto con gli italiani per la fornitura dei treni veloci entrati in funzione fra Amsterdam e Bruxelles soltanto nel dicembre scorso, dopo anni di ritardo nella consegna già costati al gruppo Finmeccanica decine di milioni di penali. Belgi e olandesi non vogliono più i convogli made in Italy, che in gennaio avevano fatto registrare alcuni problemi di funzionamento.

Una vicenda che rischia di diventare ancora più grave di quella della commessa danese, che pur con tutti i problemi causati, almeno non era mai del tutto saltata. AnsaldoBreda giunge a un nuovo bivio, anche se dopo la decisione dei belgi di venerdì scorso ha già annunciato di voler agire a tutela dei propri interessi e a difesa della propria immagine in sede internazionale. Si aspetta una presa di posizione ufficiale anche rispetto all’Olanda, mentre dal nord Europa le notizie rimbalzano senza sosta. Nella giornata di ieri, prima l’annuncio della rescissione unilaterale del contratto, poi la smentita, poi indiscrezioni a mezzo stampa, infine, nella tarda serata, la nuova conferma. Pare in via definitiva. L’indiscrezione era stata pubblicata nella mattinata dal quotidiano olandese 'Telegraaf', citando fonti qualificate. E nonostante la precisazione arrivata dal ministero delle finanze dell’Aja, azionista unico di Ns - secondo il quale nessuna decisione sarà presa fino al 20 giugno - la voce è tornata a circolare con insistenza nel pomeriggio, dopo una riunione dei vertici della compagnia col ministro, ai trasporti Wilma Mansveld.

La società delle ferrovie olandesi, "Ns" insiste per mettere fine al progetto del treno ad alta velocità Fyra, costruito da Ansaldobreda, per la tratta Amsterdam-Bruxelles. Secondo l’indagine delle ferrovie olandesi, il cui azionista unico è il ministero delle Finanze, i treni "non sono abbastanza affidabili" e ci sarebbe "un’assenza di prospettive per soluzioni ai problemi" identificati. Quella del Paese dei tulipani rappresenta la parte più consistente della commessa da circa 260 milioni di euro vinta da AnsaldoBreda nel 2004. L’Olanda aveva già acquistato nove treni su una commessa di sedici. La partita belga ne contava tre, da 21 milioni ciascuno.

Dalle ferrovie olandesi si è parlato di resistenza inferiore alle aspettative per l’usura dei Fyra V250, che pure erano stati testati e certificati per viaggiare sulle linee europee. Si parla inoltre di errori di allestimento che potrebbe richiedere dai 17 ai 22 mesi per la risoluzione. Troppo, per le ferrovie che avevano subito ritirato i treni italiani dai binari ripristinando il servizio a velocità 'normale', dopo i guasti di gennaio. L’impegno dello staff tecnico inviato da AnsaldoBreda poche ore dopo la segnalazione dei problemi non è riuscito a far cambiare idea a olandesi e belgi, protagonisti di una forte polemica contro i prodotti italiani. Il clima è bollente: il "dossier Fyra" è arrivato a costare il posto del presidente "Ns", Bert Meerstadt, fortemente criticato per la gestione della vicenda, che adesso rischia di travolgere AnsaldoBreda.

simone trinci