Pistoia, 11 febbraio 2013 - Ha detto basta, in latino, come in tutti i passaggi solenni di un pontificato. Papa Benedetto XVI ha deciso di fare un passo indietro e chiudere dal 28 febbraio l'esperienza del suo papato.

"Trepidazione e commozione davanti a un fatto per il quale il cammino della storia non ci ha reso attrezzati". Queste le prime parole con cui il vescovo di Pistoia, Mansueto Bianchi, commenta la rinuncia di papa Benedetto XVI. "Un gesto come questo, che ci lascia anche inevitabilmente sgomenti, poteva farlo solo una persona di grande forza intellettuale come Joseph Ratzinger e rende onore alla sua evidente statura".

Bianchi, come tutti i vescovi toscani, avrebbe dovuto incontrare papa Ratzinger nel prossimo aprile, in occasione della visita "ad limina", sottolinea come "stiamo vivendo, nella Chiesa, stagioni di grandi novità che gli ultimi due pontefici, entrambi stranieri, hanno interpretato e governato con straordinarie capacità di servizio e di testimonianza. Adesso, davanti alle grandi sfide di un futuro già presente, che attengono anche dinamiche antropologiche e interrogano sulla dignità della vita, papa Benedetto ha ritenuto che ci fosse bisogno di maggiore freschezza, anche fisica, nel governo della Chiesa e ha fatto un passo indietro destinato a rimanere nella storia. Alla commozione di queste ore, che certo unisce credenti e non credenti in un contesto autenticamente mondiale, l'intera comunità ecclesiale sa che la risposta giusta abita nella forza della preghiera. La preghiera per Joseph Ratzinger nel giorno della grande scelta, la preghiera per la barca di Pietro nel tempo delle grandi sfide".