Pistoia, 19 gennaio 2013 - La procura ha chiesto il processo per il comandante Giuseppe Napolitano e per l’imprenditore Carlo Alberto Diddi. Il pubblico ministero Francesco Sottosanti ha formulato nella tarda mattinata di ieri, nel corso della lunghissima udienza preliminare davanti al giudice Alessandro Buzzegoli, le sue richieste, scaturite dall’indagine sugli appalti truccati. E’ il secondo processo che parte da «Untouchables» dopo l’immediato cautelare già in corso davanti al Collegio e in attesa della fine delle lunghe e complesse indagini iniziate circa due anni fa che potrebbero portare ad un terzo processo, ordinario.

Da parte degli imputati non sono state presentate richieste di riti alternativi. Il pm ha parlato per circa un’ora. Ha chiesto per Napolitano, all’epoca dei fatti al comando della polizia municipale e tuttora sottoposto all’obbligo di dimora nella sua città, Nola, il rinvio a giudizio per l’accusa di corruzione e per tre episodi di turbativa d’asta che riguardano l’allestimento di tre impianti autovelox riferibili a tre gare d’appalto in tre anni consecutivi: il 2010, il 2011 e il 2012.

Le opere erano state affidate, con incarichi fiduciari, all’impresa di Diddi. Per l’imprenditore il pubblico ministero ha chiesto il processo con l’accusa di turbativa d’asta relativamente alle gare del 2010 e del 2011. Nella prospettazione accusatoria il reato di corruzione per Napolitano si verrebbe a configurare perchè il comandante avrebbe ricevuto denari e altra utilità dall’imprenditore Diddi. Secondo il pm Sottosanti non si potevano affidare lavori in economia scegliendo le ditte con in carichi fiduciari, perchè non rientravano nei parametri di legge.

Quindi ha preso la parola il primo difensore di Napolitano, l’avvocato Fabio Piccioni del foro di Firenze che, in due ore, ha demolito la versione del pm fornendo tutt’altra interpretazione e ricostruendo linearità e correttezza del comportamento del comandante in tutta questa vicenda.

A proseguire l’arringa, su aspetti più tecnici relativi alla legittimità delle delibere, il professor Fausto Giunta dell’Università di Firenze, che coordina il collegio difensivo di Napolitano. Il comandante, così come Carlo Alberto Diddi, era presente. Non ha rilasciato nessuna dichiarazione e nessun commento, ma è apparso, come sempre, sereno e determinato.

Infine l’arringa dell’avvocato Cecilia Turco, che difende Carlo Alberto Diddi, che ha rilevato che le delibere possono essere non perfette, ma tuttavia legittime e senza mezzi fraudolenti, con importi bassi, che comportavano l’affidamento fiduciario. Senza alcuna illegittimità, nè illiceità.

Anche in aula l’avvocato Turco, come già aveva commentato su queste pagine, all’indomani dell’avviso di fine indagine per Napolitano e Diddi, ha voluto sottolineare che l’imprenditore ha sempre evidenziato la correttezza del comandante e dei suoi rapporti. L’udienza, che era iniziata puntualmente a mezzogiorno e mezzo, si è conclusa alle cinque e mezzo del pomeriggio. Si riprende martedì prossimo, 22 gennaio, nel primo pomeriggio. Giorno in cui è attesa la decisione del gup.

lucia agati