Pistoia, 13 gennaio 2013 - Nascosto dalle porte «anti panico», c’è uno spazio all’interno del parcheggio San Giorgio di via Ciliegiole dove il degrado è arrivato a livelli insostenibili e , a giudicarlo ad occhio nudo, esiste oramai da diverso tempo. Si tratta dell’attraversamento pedonale del parcheggio che consente a chi lascia l’auto all’ultimo livello, di risalire all’ingresso senza passare per le rampe dove transitano i veicoli che entrano o escono dalla struttura.

 

Una volta aperta la porta che delimita il passaggio pedonale lo scenario è a dir poco terrificante per gli occhi ma soprattutto per il naso. Il pavimento del piano terra è stato evidentemente utilizzato per molto tempo come un bagno pubblico. Sulle scale che portano al primo piano del passaggio pedonale è possibile infatti notare la presenza di numerosi escrementi umani, alcuni dei quali di recente «fattura». Non solo, qualcuno ha ben pensato anche di vomitare tra uno scalino e l’altro e tutto sotto gli occhi di una telecamera del sistema di video sorveglianza dell’amministrazione comunale che evidentemente non funziona da tempo.

 

Nella scalinata che porta al secondo piano invece la situazione migliora leggermente, non ci sono ne rifiuti ne escrementi umani ma l’odore presente continua ad essere insopportabile ed il pavimento resta sempre ricoperto di sporcizia datata nel tempo, dovuta presumibilmente dal passaggio dei pedoni. E’ indiscutibile che mai nessuno si è preoccupato di pulire la zona e che, qualcuno in città, utilizza quest’area del parcheggio per ripararsi magari dal freddo.

 

I cittadini che hanno segnalato il disagio e l’incuria presente nel parcheggio frequentano la biblioteca San Giorgio e dicono che ogni volta che devono passare attraverso il parcheggio spesso indossano dei guanti di lattice solo per aprire i maniglioni anti panico delle porte che delimitano il passaggio pedonale. «Non è una bella immagine della città soprattutto per chi viene da fuori — racconta uno studente — in quel posto siamo arrivati ad un degrado insostenibile per un’opera che è stata realizzata pochi anni fa».

Michela Monti