di CRISTINA PRIVITERA
 

Pistoia, 9 gennaio 2013 - IL VICINO di casa ti rende la vita impossibile? Ora il modo per farlo smettere c’è, grazie alla recente legge contro lo stalking (gli atti persecutori gravi e continuativi) che può essere applicata anche in casi diversi da quelli più comuni che maturano tra persone che hanno alle spalle una relazione sentimentale poi interrotta.


LO DIMOSTRA il primo caso in Toscana di provvedimento preso dal tribunale di Pistoia per costringere il vicino molesto ad allontanarsi dalla vittima di svariati episodi di molestia e minacce.
L’ordinanza del giudice per le indagini preliminari ha imposto al persecutore, in questo caso una donna pistoiese sui 50 anni, di rimanere a cento metri di distanza dalla vicina perseguitata. Cosa che, in pratica, alla notifica del provvedimento da parte degli agenti della questura, si è tradotta in uno «sfratto» obbligato. La stalker, infatti, ha dovuto far fagotto e cercarsi un altro appartamento in cui vivere.
 

 

E’ SUCCESSO poco più di un mese fa: le protagoniste della vicenda, entrambi donne sulla cinquantina, abitavano nello stesso condominio in città.
La vittima, di professione fisioterapista, è stata presa di mira senza motivo da una donna che tre anni fa era andata ad abitare nell’appartamento sotto il suo. Da allora ha dovuto subire i dispetti dell’altra donna: musica a tutto volume per ore; rumore incessante da una radio appoggiata sul davanzale di una finestra attigua allo studio della fisioterapista — che opera in casa anche per lezioni di ginnastica posturale e tecniche di rilassamento — per di più sintonizzata su una stazione con cattiva ricezione.


ALTRI RUMORI insostenibili durante la notte: la stalker picchiava ripetutamente sul solaio per impedirle di dormire a intervalli di qualche ora. Praticamente una tortura, con la vittima che non riusciva a riprendere sonno, anche per l’ansia che i colpi riprendessero. Nonostante la fisioterapista avesse fatto più volte chiesto l’intervento delle forze dell’ordine di notte e avesse cercato di parlare con la terribile vicina, cercando di convincerla a smettere di disturbarla, la situazione invece di migliorare era andata peggiorando.
Intanto aveva preso l’abitudine di usare un fischietto per molestarla ripetutamente durante il giorno e, negli ultimi mesi di permanenza nel condominio, aveva cominciato ad apostrofarla, con minacce gravissime: «Devi morire, non puoi stare al mondo. Tu devi andare nella tomba, nella tomba».
Ma negli anni precedenti non erano mancati danneggiamenti, vandalismi e furti: ombrelli lasciati sul pianerottolo tagliuzzati, così come le ruote e il sellino della biciletta in cortile, posta sistematicamente sottratta, una borsa rubata e poi ritrovata nella casa della persecutrice.
 

 

LA VITTIMA dopo le svariate segnalazioni alle forze dell’ordine si è rivolta allo sportello anti-stalking attivo nella nostra città da settembre 2010 (Postazione stalking in Toscana, Postit), un servizio che sostiene le persone oggetto di atti persecutori e molestie.
«Per sottrarsi alle persecuzioni della vicina — spiegano da Postit, Federica Michellotti, psicologa, e l’avvocato Chiara Mazzeo, legale della postazione, che ha assistito la vittima dal punto di vista legale — già a partire dal 2010 la vittima ha cominciato a manifestare stati ansiogeni e tachicardia, è stata costretta a modificare le proprie abitudini di vita, pernottando a casa di amici fino ad allontanarsi dalla sua abitazione per periodi prolungati di tempo, arrivando ad affittare una casa in collina per tutto il periodo estivo».
E proprio lo stato d’ansia continua e i timori fondati per la propria incolumità insieme al fatto di essere costretta a modificare le abitudini della propria vita quotidiana sono due elementi fondamentali perché il caso ricada nella fattispecie di reato dello stalking, che il nostro codice penale ha recepito nel 2009 (612 bis).