Pistoia, 24 novembre 2012 - I riflessi della crisi sulla vita delle persone e delle famiglie sono infiniti. E ogni alba può essere tragica. Il tentativo di suicidio da parte del giovane padre di Serravalle che voleva gettarsi giù dal Ponte Vecchio ha destato profonda impressione. Un’occasione per leggere ancor di più tra le righe della vita di chi, pur cercando di vivere un’esistenza dignitosa nonostante le crescenti difficoltà, rischia di non farcela a portare tutti i pesi.

 

Le chiamano le «nuove povertà», condizione che comprende, e non da ora, i padri separati, proprio come quel quarantenne che voleva gettarsi nell’Arno perchè non sapeva più come affrontare la sua vita quotidiana di disoccupato, separato e padre di due bimbi molto piccoli. La crisi non ha ridotto le separazioni, le ha esasperate, come già abbiamo avuto modo di analizzare con il presidente del Tribunale, Fabrizio Amato. Non soltanto, ma Pistoia detiene il record toscano dei matrimoni naufragati con un trend in continuo aumento, anno dopo anno.

 

Ma quanti sono, nel pistoiese, i padri che si ritrovano nel baratro finanziario che segue la fine del matrimonio? Tanti, a giudicare dal singolo esempio che ci fornisce l’avvocato Chiara Mazzeo, nonchè Consigliera di Parità, che soltanto negli ultimi due mesi ha assistito cinque padri nelle procedure di separazione e tutti e cinque sono piccoli imprenditori colati a picco negli ultimi anni.

 

"Un trend negativo — ci spiega l’avvocato Mazzeo — cui assistiamo, in particolare, da questo autunno. Cinque situazioni affrontate, di piccoli imprenditori, quasi tutti edili, con la moglie che lavora e tutti in separazione consensuale. Padri collaborativi e coscienziosi, è questa la tipologia di cui si parla, che fino a ieri hanno adempiuto a tutti gli obblighi. Padri che, oltre a non avere più un lavoro, non hanno più nemmeno la casa, dove sono rimasti moglie e figli, della quale pagano il mutuo per poi tornare a casa dei genitori. Vediamo persone disperate, che non si possono più permettere niente perchè non hanno più liquidità".

 

"Allora non ci resta che una lettera descrittiva della situazione reale, facendo sapere che non c’è più niente, se non il camion della ditta, e affrontando il rischio delledenunce per la violazione degli obblighi, ma tant’è. Allora — commenta l’avvocato Mazzeo — mi viene da pensare che la legge non ha funzionato. Eppure c’è anche la possibilità dei capitoli di spesa separati, una procedura con accordo di base fra ex coniugi, ma “genitori per sempre”. Invece si è culturalmente troppo legati ad aspetti del mantenimento, quando il padre, in momenti e in casi come questi, non sa nemmeno come pagare le tasse".

 

Come affrontare la nuova emergenza sociale? "Dove si può, riduciamo il fisso mensile, affrontando i capitoli di spesa separati verso i figli (libri, dentista, sport). Una norma rimasta lettera morta è l’articolo 155 del Codice civile (affidamento condiviso), che sancisce che il minore ha diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori e di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi. In realtà al padre si chiedono soltanto soldi contro la minaccia di pignoramento. Ci si continua a separare per gli stessi motivi di dieci anni fa, per l’usura del rapporto. La crisi — conclude — non cementifica, ma esaspera. Devo dare atto, al presidente del nostro Tribunale per i suoi provvedimenti, sempre molto calati nella realtà e con attenzione alle cifre".