Pistoia, 6 novembre 2012 - PRIMA l’ha afferrata per le mani e con un coltello le ha amputato il pollice, poi ha cercato di colpirla più volte su tutto il corpo: le ferite più profonde alla nuca, al fianco e alla schiena. Una scena agghiacciante quella che si sono trovati davanti i volontari della Misericordia e i poliziotti che ieri sera sono intervenuti in via Gentile 96, nel quartiere popolare delle Fornaci. Un uomo, un tunisino di 58 anni, ha tentato di uccidere la moglie, anche lei tunisina, di 34 anni. L’aggressione sarebbe avvenuta in casa di amici di famiglia, sotto gli occhi della figlioletta della coppia di appena 4 anni.


Sembra che, a scatenare il raptus del marito, sia stata la gelosia: l’uomo non accettava il fatto che sua moglie lo avesse lasciato e che avesse scelto di vivere senza di lui, con la loro bambina. I due si erano divisi già da tempo, ma a lui questa situazione non andava a genio, forse anche perché si trattava dell’ennesimo fallimento. Dai primi accertamenti risulta infatti che l’uomo fosse al secondo matrimonio: avrebbe altri due figli più grandi che vivono anche loro a Pistoia.
 

LA DINAMICA dell’aggressione è ancora al vaglio della polizia, che ha inviato sul posto due volanti, gli agenti della squadra mobile e gli uomini della Scientifica. La caccia all’uomo è proseguita per tutta la notte: è stata perlustrata tutta la zona e posti di blocco sono stati istituiti un po’ ovunque in città. L’allarme è scattato subito, intorno alle ore 19: a prestare i primi soccorsi è stato il personale della Misericordia che ha trasportato la donna all’ospedale del Ceppo.
 

LA GIOVANE vittima, che nella serata è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico, ha perso il pollice della mano destra e ha riportato ferite anche profonde alla schiena e alla nuca, provocate sembra, dai colpi inferti con un coltello. Le grida della donna hanno richiamato l’attenzione anche degli altri vicini: in pochi minuti i giardinetti di via Gentile si sono riempiti di gente, scesa in strada per capire cosa fosse successo.
 

«I BAMBINI piangevano e urlavano — racconta una vicina di casa — e all’inizio pensavamo che fosse successo qualcosa a loro. Siamo corsi per cercare di dare una mano: solo dopo abbiamo capito che la vittima era la moglie. Lui è scappato, nessuno è riuscito a vederlo».
«Siamo stufi di finire sul giornale — si lamenta un’altra donna —. Questo quartiere ormai è degli immigrati e questo è il risultato: tutti lo conoscono per le cose che succedono».