Pistoia, 27 aprile 2012 - "Ci penso io". Era questa la frase magica che per trent’anni ha riecheggiato nelle stanze della Comunità montana. Dove «io» era il ragioniere capo ed economo Giuliano Sichi. «L’unico e vero factotum della ragioneria», come lo definisce nella relazione di oltre 400 pagine consegnata nelle scorse settimane ai sindaci della giunta della Comunità montana Luca Eller Vainicher, il consulente incaricato di far luce sugli ammanchi milionari nei bilanci dell’ente. «Ci penso io», ripeteva a tutti Sichi. E poi ci pensava davvero, sistemando tutto a modo suo. Una storia, quella degli ammanchi in Comunità, partita dalla constatazione di Sichi che negli anni la Comunità era stata sempre in avanzo di amministrazione strutturale. «Così — si legge nella relazione — l’ex ragioniere capo sembra abbia trasformato questa situazione positiva in una possibilità costante di permutare tale avanzo, che doveva andare a vantaggio della Comunità, in denari per le proprie esigenze». Una storia che è andata avanti fino al 7 marzo 2011, quando quattro dipendenti dell’ente hanno preso carta e penna e scritto alla dirigente Rosa Apolito per segnalare presunti illeciti riferiti allo svolgimento del ruolo di Economo di Sichi. «Si trattava — scrive Eller nella sua relazione — di numerosi mandati di pagamento riscossi in contanti e firmati da ‘S.G.’, quale responsabile finanziario, a favore di se stesso ‘S.G.’, nel secondo caso in qualità di economo.
I 19 mandati riferiti al 2010-2011 prelevavano dal capitolo 700 ‘Diversi prefinanziamenti’ un totale di 78.557,43 euro con importi unitari a singolo mandato di pagamento sino a 5mila euro alla volta. I prelevamenti effettuati con le stesse modalità nel periodo 2001-2011 arrivavano a quasi 600mila euro». Nella denuncia i dipendenti facevano notare che solo pochi di tali prelevamenti erano coperti da giustificativi accettabili.

La "strage contabile" di cui parla Eller coinvolge sia le entrate che le uscite dell’ente. "I soldi versati in buona fede dai debitori a favore della Comunità — scrive Eller — attraverso dei normali flussi in denaro contante, molte volte non sono andate a finire nelle casse dell’ente, perché indebitamente sottratti dal ‘S.G.’, se non anche da altri soggetti o con il loro supporto (consapevole o incosciente)". Vendita di legna da ardere, raccolta di legna morta e taglio piante, lotti boschivi, concessioni terreni e fabbricate, raccolta mirtilli e accesso sbarre: erano questi alcuni degli "ambiti d’intervento" di Sichi, che riscuoteva pagamenti in contanti ("anche se — nota Eller — tali somme non potevano essere riscosse da mani diverse da quelle del tesoriere") e predisponeva semplicissime ricevute. Ma Sichi, secondo Eller, non faceva tutto da solo. "Sembra infatti — prosegue il consulente — che altri fossero da lui più o meno delegati a riscuotere materialmente o firmare la ricevuta e quindi a trasferire a ‘S.G.’ (unico ricevente finale) i soldi e la copia della ricevuta". Ma il problema maggiore riguarda il successivo mancato riversamento del denaro in tesoreria. "Ovvero — si legge — non sono state rintracciate in tesoreria migliaia di reversali d’incasso a favore della Comunità".

Disastri simili, neanche a dirlo, hanno riguardato anche le uscite. Nella sua relazione Eller prova a "tirare una riga" per capire il totale degli ammanchi accertabili. "Direttamente in capo al ‘S.G.’ potrebbero esserci 3.538.000 euro, oltre a rivalutazioni per 1.672.000 euro. Indirettamente si evidenziano 6.851.000 euro di altre partite molto gravi. Se poi aggiungiamo le rivalutazioni monetarie si arriva a 12.061.000 euro. Per non dire del milioncino di euro di rischi (versamenti Iva mancanti e così via) ai quali ha esposto la Comunità. Totale? Tredici milioni di euro. Alla faccia di chi si lamenta che in Montagna non arrivano soldi".