Pistoia, 28 febbraio 2012 - PUÒ PRENDERSI finalmente un caffè al bar senza aver paura di passare agli occhi degli avventori come un criminale, Ivano Saccottelli, piemontese di 46 anni,  da 33 residente tra Montecatini e Buggiano. Lo abbiamo incontrato al bar sotto casa e ha raccontato la sua storia, un clamoroso scambio di persona con due delinquenti ancora a piede e libero.
 

Come è cominciato tutto?
<Verso la metà di gennaio del 2010 mi son visto piombare in casa, la mattina alle 6,40,  i carabinieri di Montale. Stordito dal sonno non comprendevo cosa volessero da me e perché mi stavano rivoltando la la casa. Sono stati tre ore in quattro a cercare prove in un appartamento di 35 metri quadrati. E’ stato traumatizzante, e insieme a quel che ho subito dopo, ho dovuto rivolgermi a un medico per farmi prescrivere qualcosa per dormire».
 

Di cosa l’accusavano?
«Nell’autunno del 2009 i sono stati tra Serravalle e Montale tre furti. La vittima di uno di questi furti  è il dirigente della squadra di calcio per cui giocavo. E’ affetto da  una grave miopia. Lui chiese all’uomo che gli si avvicinò per derubarlo se fossi io,  e il ladro colse la palla al balzo rispondendo di sì e salutandolo. Da li è cominciato il mio calvario che ancora non è del tutto finito».

Come ha vissuto in questi anni?
«Quello che ho passato non lo augurerei al mio peggior nemico. Tra l’altro, nei giorni successivi la perquisizione dei carabinieri ricevetti la lettera di mobilità dal lavoro. Ho subìto più processi, nei quali non sapevo come difendermi perchè malgrado ci fossero le prove a mio favore, qualcuno sembrava essersi accanito contro di me. E nel frattempo non riuscivo a trovare lavoro perchè ero indagato, seppure  a piede libero».
 

E ora che è stato assolto perchè il fatto non sussiste?
«Chiederò i danni a chi ha creduto di riconoscermi e darò  il risarcimento  all’ospedale pediatrico Meyer. Continuerò a lottare contro chi continua a sostenere, malgrado l’assoluzione, che fossi io il ladro. Entro breve me ne andrò a lavorare in Svizzera e a vivere dalla mia ragazza a  Como.  Ma anche lontano da qui continuerò a coltivare la mia passione per il calcio,  che un giorno spero di poter insegnare ai  ragazzini»
                                                                                                                                                                     Arianna Fisicaro