Pistoia, 12 maggio 2011 -  Incidenti stradali in calo in provincia di Pistoia e soprattutto diminuisce il numero dei morti. Tra le province italiane la nostra si colloca solo a metà classifica, ma vanta una sorta di primato: l’essere riuscita, nell’arco di poco meno di un decennio (dal 2001 al 2009), a far calare di oltre il 43% il numero dei morti in incidenti stradali. I dati sono stati diffusi ieri dall’Aci di Pistoia, che nel corso di una conferenza stampa ha annunciato la propria adesione alla campagna per la sicurezza stradale indetta dall’Onu per il decennio 2011-2020.

 

Una campagna che prevede diverse iniziative per contrastare l’incidentalità stradale. "L’Aci di Pistoia — dice il suo presidente Antonio Breschi — è sempre stato in prima linea su questo fronte. I dati Aci-Istat più aggiornati evidenziano per la nostra provincia un calo del 43,48% dei morti nel 2009, rispetto al 2001 (-40,3% in Italia). Un ottimo risultato se si pensa che l’Unione Europea ha fissato come obiettivo il dimezzamento dei morti nel 2010 rispetto al 2001".

 

Gli incidenti stradali registrati in provincia di Pistoia nel 2009 sono stati 1.217 ed hanno causato 13 morti e 1.643 feriti. "Per vincere la piaga dell’incidentalità stradale — prosegue Breschi — bisogna fare leva sulla formazione e sulla responsabilizzazione dei guidatori. Per questo l’Aci di Pistoia diventa sempre più un punto di riferimento sul territorio per le varie iniziative per la sicurezza stradale. Iniziative che trovano un logo universale di riconoscimento: il rombo giallo approvato dall’Onu con la dicitura 'Decennio di iniziative per la sicurezza stradale', alla stregua del nastro rosso per la lotta mondiale all’Aids".

 

"Progetti come Alcolout e Aiutiamoci, di cui siamo partner — spiega il direttore provinciale dell’Aci, Pasquale Amoroso — vanno in questa direzione e crediamo che stiano dando un contributo importante per la riduzione degli incidenti stradali". La campagna voluta dall’Onu, alla quale ha aderito anche l’Aci di Pistoia, che è tra i più antichi d’Italia e vanta circa 19mila associati, riguarda diversi campi d’azione, dall’incremento della sicurezza delle reti viarie a tutela di tutti gli utenti della strada, allo sviluppo di programmi per migliorare il comportamento degli automobilisti, fino a migliorare la risposta alle emergenze post-incidente e la capacità dei sistemi sanitari e parasanitari.

 

Senza adeguati interventi — mette in guardia l’Onu — nel 2030 l’incidentalità stradale diventerà la quinta causa di morte nel mondo (oggi è la nona). Per questo l’Organizzazione delle nazioni unite ha deciso di sollecitare i governi nazionali, ma anche tutti i soggetti coinvolti nella sicurezza della mobilità, con un decennio di iniziative, ponendo al 2020 un riferimento temporale per misurare l’efficacia delle politiche nazionali ed internazionali per la sicurezza della circolazione delle persone e delle merci.