Pistoia, 8 marzo 2011 - Oggi Celina Seghi, grande e indimenticata campionessa di sci, festeggia il suo straordinario compleanno (91 anni) e la ricorrenza della ‘Festa della donna’. In verità, lei dice di essere nata il 6 marzo e non l’8. "E’ successo — spiega — che quando nacqui era il 6 marzo, e quel giorno i miei genitori mi iscrissero al Comune di Cutigliano, perché l’Abetone era una frazione. Quando fu istituito il Comune di Abetone, non so per quale ragione scrissero l’8 marzo. Sono stata zitta, l’8 mi piaceva e così ho girato il mondo con quella data di nascita. In famiglia, però, mi fanno festa sia il 6 che l’8. E’ una fortuna anche questa".

 

Oggi ricorre la ‘Festa della donna’. "E’ giusto — dice Celina — che venga ricordato quello che le donne hanno fatto nella storia. C’è la festa del babbo e della mamma, giusto che ci sia anche la festa della donna. Le feste portano felicità".

 

Che valore, per lei, ha la festa della donna?
"Più che ricordare la tragedia scoppiata in una fabbrica degli Stati Uniti quando morirono tante donne, oggi riguarda soprattutto la famiglia, dove contrariamente al passato la donna non è più l’angelo del focolare, si è emancipata, ora lavora, è indipendente economicamente e socialmente. Ma c’è anche il rovescio della medaglia: prima la famiglia era unita, come è stata la mia, oggi si assiste a famiglie disgregate o allargate. Chi ci rimette sono i figli piccoli, che spesso vengono lasciati alla cura dei nonni, e questo è anche giusto, o alle babysitter".

 

E’ cambiata anche la presenza della donna nella società?
"La donna di oggi mette il lavoro sullo stesso piano della famiglia, è più libera, le giovani hanno una vita propria, quand’ero giovane io si dipendeva dalla volontà dei genitori. Io ho avuto la fortuna di essere libera grazie allo sci, ho girato il mondo e tuttavia la famiglia restava per me sempre il punto di riferimento. C’è anche un lato brutto della vita femminile: oggi le donne sono spesso oggetto di violenze di ogni genere. E’ una società dove non c’è più educazione e rispetto".

 

La signora delle nevi vive serena la sua quarta età. Grande campionessa degli anni Quaranta e Cinquanta, partecipa a tutte le manifestazioni che si svolgono all’Abetone. Celina Seghi è stata un’atleta che ha fatto la storia dello sci: per 17 anni, dal 1937 al 1954, ha vinto su tutte le piste del mondo. Straordinario il suo palmares: un titolo mondiale di slalom speciale (non omologato a causa della guerra), un terzo posto ai mondiali di Aspen nel 1950, un quarto alle Olimpiadi di St. Moritz nel 1948, 24 titoli nazionali, quattro vittorie nel famoso Kandahar di Murren che le valsero il prestigioso ‘K’ di diamante.

 

Signora Seghi, che effetto fa aver compiuto 91 anni?
"Li ho festeggiati con allegria. Mi hanno fatto festa tante persone, con affetto e simpatia. In questi giorni sono all’Abetone, è come essere in famiglia. Ringraziando Dio, sto bene".

 

Quando è stata l’ultima volta che ha sciato?
"Ieri. Era una giornata primaverile. Quando c’è il sole, prendo gli sci, salgo al Gomito e mi butto fino in fondo alla discesa. A quest’età la testa conta più delle gambe".

 

Che differenze ci sono tra lo sci dei suoi tempi e quello di oggi?
"I materiali, anzitutto. Da giovane ho sciato con sci di frasino, senza lame. E quanto ho patito con quegli scarponi che mi arrivavano alle caviglie! Ora è tutto tecnoligico".

 

Con Zeno Colò e Vittorio Chierroni, abetonesi come lei, formavate un trio formidabile che ha reso celebre l’Abetone in tutto il mondo...
"Eravamo come fratelli. Si scherzava, c’era grande sintonia, volevamo sempre vincere. E ci riuscivamo anche".