Pistoia, 14 dicembre 2010 - Come ridurre il numero dei piccioni che volano sulla città, lasciando spesso sgraditi ricordi ai passanti? Paese che vai, sistema che trovi. Pistoia ha cercato di provarci mettendo delle sostanze sterilizzanti nel mais, poi gettato agli uccelli. Per gli addetti ai lavori non è forse una novità, ma per la maggior parte dei pistoiesi quasi certamente sì. E’ stato l’assessore all’ambiente, il vicesindaco Mario Tuci a spiegarlo ieri in Consiglio comunale rispondendo a un’interpellanza dei consiglieri Umberto Civinini e Gian Luca Lomi.

 

Tuci ha spiegato che ogni azione riguardante l’igiene pubblica viene concordata con l’azienda sanitaria locale. "Il problema dei piccioni è stato affrontato da tempo — ha detto l’assessore — con l’aiuto dell’unità operativa di veterinaria. Nel 1994 furono individuati mille e 500 piccioni. La cattura e l’uccisione con armi da fuoco vennero scartate: i risultati sono immediatamente apprezzabili ma temporanei. In una città come Barcellona, citata a titolo di esempio, sono stati uccisi 100mila piccioni in cinque anni senza però ottenere una diminuzione della colonia, che si è ben presto ricostituita a partire da quelle vicine".

 

Anche la via della sterilizzazione chirurgica è stata accantonata. L’Azienda sanitaria locale ha quindi infine consigliato il metodo farmacologico. La sostanza viene somministrata con il cibo, ha effetti sterilizzanti e preserva i piccioni da alcune malattie originate da agenti parassiti. E’ dal 1998 che il Comune somministra mais sterilizzante per cercare di far fronte al problema.

 

"Il numero dei piccioni si aggira oggi sulle mille e 100 unità — ha affermato l’assessore Tuci —. Dal 1998 la spesa media annua è di 4mila e 900 euro". Il consigliere Lomi ha trovato la spesa 'accettabile' e si è dichiarato soddisfatto della risposta. E i residenti del centro? Ritengono che il metodo della sterilizzazione tramite bocconi di mais abbia davvero risolto il problema?