L'Universale, cinema mitico che rivive sul grande schermo

Sabato al "Roma" il regista Federico Micali incontra il pubblico

Anteprima del film "L'Universale" (foto Giuseppe Cabras/New Pressphoto)

Anteprima del film "L'Universale" (foto Giuseppe Cabras/New Pressphoto)

Pistoia, 22 aprile 2016 - Per almeno quindici anni il cinema Universale di Firenze è stato il luogo in cui si sono formate intere generazioni di cinefili. Per quasi due decenni quella sala un po’ sgarrupata è stata frequentatissima da chi desiderava conoscere il grande cinema d’autore proveniente da ogni parte del mondo. La sua storia e la storia degli stravaganti personaggi che l’hanno affollata è diventato un film da una idea di Federico Micali.

Dopo l’anteprima del 13 aprile scorso al Verdi di Firenze, "L’Universale" arriva nelle altre sale toscane. Per esempio a Pistoia al cinema Roma di Luca Barni. Sabato sera alle 20,30 il regista sarà presente in sala per incontrare il pubblico pistoiese. Un appuntamento da non perdere per conoscere meglio la storia di una sala che davvero ha fatto storia. E attraverso la storia di quella sala che ha chiuso i battenti nel 1989, si rilegge inevitabilmente anche la storia di vent’anni di storia d’Italia.

Soprattutto gli anni Settanta, tra terrorismo, droga, fatti tragici come il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro. Tutto visto osservato e riletto attraverso gli occhi dei giovani protagonisti; Marcello, Alice e Tommaso, quest’ultimo figlio del proiezionista dell’Universale. I loro momenti vissuti fin dall’infanzia "dentro" la sala; le loro chiacchiere sul futuro sul…cosa faremo e cosa saremo da grandi. Intorno a loro, i tanti personaggi che animavano la sala. Lo stesso proiezionista, la maschera, la cassiera, la barista, il programmista. Personaggi affidati ad ottimi attori tra cui spiccano Anna Meacci, Claudio Bigagli, Paolo Hendel.

Ma qual era il pubblico che seguiva la programmazione giornaliera costellata da autentici capolavori della settima arte ? Tra le vecchie seggioline di legno si sono seduti davvero "spettatori" incredibili. Dall’intellettuale al centauro scatenato che puntualmente entrava in sala con la mitica Vespa, dal travestito che ballava sulle note della colonna sonora di "The Rocky horror picture show" all'immancabile gruppo di "volgarotti", più impegnati a commentare trucidamente le scene d’amore e di sesso che a seguire con attenzione le pellicole dei maestri del cinema.

Dalla metà degli anni Settanta all’anno di chiusura, l’Universale era sì il luogo sacro in cui godersi i capolavori ma anche uno "spettacolo nello spettacolo". L’inattesa contaminazione tra il popolo e gli intellettuali come dice la sceneggiatura. E tra le citazioni di grandi film di Akira Kurosawa, Bernardo Bertolucci c’è posto anche per una citazione nostrana; "O tu sposti la chiesa o tu vinci al Totocalcio o tu vai in Perù…come diceva quel ricciolino nel suo film". Chi era il ricciolino e qual era il suo film ? Naturalmente Francesco Nuti in "Madonna che silenzio c’è stasera".