Venerdì 19 Aprile 2024

"Aveva una pancreatite acuta ma è stata curata solo con calmanti"

L'odissea di una 93enne di San marcello Pistoiese. La figlia denuncia: "Ora è completamente invalida"

In corsia (foto d'archivio)

In corsia (foto d'archivio)

Pistoia, 24 gennaio 2015 - Dolori atroci all’addome che non accennano a diminuire, la chiamata al 118 per un intervento domiciliare terminato con la prescrizione di un semplice calmante. Il malore che continua e diventa sempre più insopportabile, un' ulteriore visita domiciliare da parte della guardia medica che ancora una volta prescrive una dose di calmante e infine, la mediazione dei Carabinieri che mandano un’ambulanza al domicilio e consentono così il ricovero all’ospedale dove viene diagnosticata una broncopolmonite basale e una pancreatite acuta.

E’ l’odissea vissuta da Giuseppina Testoni, 93 anni, residente a San Marcello Pistoiese e raccontata dalla figlia Mila Possentini in una lettera pubblica al direttore generale dell’Asl 3 Roberto Abati. La donna, oltre al ritardo con cui sua madre ha ricevuto le opportune cure a causa del quale attualmente non è più in condizioni di autonomia, spiega nella missiva come l’Asl 3 abbia anche rifiutato il ricovero in una Rsa. Oltre al danno quindi si somma la beffa per Possentini che annuncia un possibile ricorso all’autorità giudiziaria. «Preoccupata dei lamenti e delle grida di mia madre, in quei giorni, chiamai subito il 118 che tuttavia, dopo una serie di domande telefoniche, rifiutò l’intervento diretto e solo a seguito delle mie insistenze fece intervenire un’automedica – racconta Possentini – ma il medico non rilevò dolore e consigliò di somministrare un calmante. Poi mi sono dovuta recare di persona al pronto soccorso dell’ospedale di San Marcello per reperire il medico di guardia che al telefono non rispondeva».

«Alle due del pomeriggio dello stesso giorno disperata per le condizioni di mia madre mi sono rivolta ai Carabinieri – aggiunge – che immediatamente hanno allertato il pronto soccorso ed hanno fatto sì che un’ autoambulanza si recasse da mia madre. Dopo il ricovero di 11 giorni, la donna ora non è più autonoma così ho chiesto l’ingresso in una Rsa. La valutazione di mia madre, senza la presenza del suo medico curante, pur essendo di non autosufficienza totale, rigetta la domanda e ritiene sufficiente un assistenza domiciliare per tre ore settimanali. Contesto questa decisione e chiedo che mia madre venga rivalutata perché è in queste condizioni a causa delle gravi inadempienze di operatori dell’Asl 3».

Michela Monti