Cessione Ansaldobreda, "l'affaire" Olanda-Belgio ha rallentato l'operazione per anni

I retroscena rivelati dall'ad Manfellotto in una lettera ai "colleghi" / ANSALDOBREDA PARLA GIAPPONESE

Maurizio Manfellotto (Foto Luca Castellani)

Maurizio Manfellotto (Foto Luca Castellani)

Pistoia, 26 febbraio 2015 -  Hitachi avrebbe potuto essere il proprietario di AnsaldoBreda e AnsaldoSts già da anni. L’affare con i giapponesi, fra i primissimi a presentarsi alle porte di Finmeccanica per estendere la propria presenza in Europa, stava per concludersi ben prima di martedì scorso. Di mezzo, ci si sono messi olandesi e belgi. E’ lo stesso amministratore delegato AnsaldoBreda, Maurizio Manfellotto a rivelarlo, in una lettera inviata agli oltre 2mila e 200 dipendenti del gruppo nel giorno dell’ufficializzazione della vendita. «Mi piace sottolineare che il coronamento di questa operazione è stata un nostra vera e propria riconquista – scrive il manager –. Infatti Hitachi, dopo il drammatico episodio di Olanda-Belgio, aveva abbandonato l’iniziativa ma un anno dopo, stupito dai nostri sostanziali miglioramenti, il top management ha riallacciato i rapporti con Finmeccanica che ha concluso con grande determinazione e interesse».

La rescissione unilaterale del contratto per la fornitura dei treni veloci Fyra V250 ha rappresentato uno dei momenti di massima tensione per il gruppo di Manfellotto. I clienti accusavano gli italiani di aver fornito prodotti scadenti. L’azienda pistoiese-napoletana ha giocato in contropiede, sostenendo che i guasti ai mezzi si erano verificati a causa di un utilizzo scorretto sui binari coperti di ghiaccio e neve. Il compromesso è arrivato dopo mesi di polemiche, con il ritorno in Italia dei treni e la restituzione dei milioni di euro già anticipate da olandesi e belgi. Ma dopo i tentennamenti, Hitachi è tornato in corsa. Manfellotto sostiene anche perchè rassicurato sul miglioramento delle condizioni di AnsaldoBreda a fronte di un momento di crisi «che stanno attraversando i grandi competitori come Siemens e Bombardier».

«Gli ultimi tre anni – ricostruisce riferendosi al periodo del suo mandato – sono stati duri, complessi, avversati da tanti problemi, alcuni dei quali totalmente imprevedibili. Eppure – continua – non ci siamo mai abbattuti, mai abbandonati al disfattismo. Abbiamo sempre mantenuto la testa alta elavorato con grinta e competenza, straordinaria competenza. I nostri conti – ammette – erano disastrosi ma poi, lentamente e superando traversie che avrebbero abbattuto una montagna, li abbiamo superati: nel 2014 abbiamo raggiunto il budget preventivato». Ci sarebbero quindi, per il numero uno dell’azienda, tutte le condizioni per stare sul mercato anche con l’arrivo dei nuovi proprietari. Alle «care colleghe» e ai «cari colleghi», Manfellotto raccomanda soltanto di «partire subito, non distrarsi rispetto ai nostri attuali obiettivi, e cavalcare questa nuova fase con determinazione, convinzione e professionalità».

s.t.