Benedizione a scuola, una mamma la chiede al consiglio di istituto

Intanto Cgil e Centro antidiscriminazione appoggiano la scelta del comprensivo di Casalguidi

Don Renzo Aiardi all'inaugurazione del polo scolastico

Don Renzo Aiardi all'inaugurazione del polo scolastico

Pistoia, 19 marzo 2015 - Continua la discussione nel territorio sulla benedizione pasquale del parroco "rifiutata" dal polo scolastico Ilaria Alpi di Casalguidi. Una mamma di Pistoia interviene per chiederla nella scuola di sua figlia dove il rito non viene effettuato.

"Sono la mamma di una bambina che frequenta la Scuola Primaria Croce di Gora a Pistoia - scrive Gioia Mingrino - .  Dopo aver letto le notizie della negata benedizione alla scuola di Casalguidi ho deciso di informarmi su cosa accadesse in quella frequentata dalla mia bambina, anche se ho sempre dato per scontato che il parroco si recasse a benedire le classi. Ebbene, invece, la situazione a Croce di Gora è la medesima della Scuola di Casalguidi. Dopo aver raccolto un breve ma cospicuo giro di commenti di altri genitori e aver incontrato larga maggioranza favorevole alla Benedizione (anche perché il 90% delle persone credeva proprio come me che la Benedizione venisse fatta) ho deciso di chiedere autorizzazione formale al Dirigente. La risposta formale ancora non c’è, ma con un colloquio telefonico il Dirigente mi ha anticipato che sarebbe stato meglio lasciare le cose come stavano, e che in ogni caso avrei dovuto sottoporre la richiesta al Consiglio di Istituto allungando tremendamente i tempi. Forse in questo modo la Pasqua sarebbe passata e con lei anche le notizie, le Benedizioni, l’attenzione sulla questione. Ma per quanto mi riguarda la Benedizione non ha scadenza e se l’iter da percorrere è quello indicato, se pur lungo, lo percorrerò, a titolo personale o, se vorranno, affiancata da altri genitori. Intanto però ho risposto per iscritto al Dirigente, cercando di spiegare le motivazioni che mi hanno spinto a considerare fondamentale che la Benedizione avvenisse nelle nostre scuole. Ancora non so cosa ne pensi il Dirigente. Posso solo augurarmi che, mosso da buonsenso, da profondo rispetto della nostra tradizione e cultura, si badi bene, non solo religione, mosso dal volersi sentire e voler far sentire i suoi studenti parte integrante di quella storia, cultura, religione e tradizione che da sempre ci rappresentano, non demandi al Consiglio di Istituto, ma inviti, e non autorizzi, inviti il Parroco a benedire la nostra scuola, in nome di quel Rispetto che si deve a tutti e anche a noi stessi".

Cgil e centro antidiscriminazione della Provincia invece sostengono la scelta del Polo scolastico.

​" Negli Istituti Comprensivi di Pistoia e della Piana già da tempo la pratica della benedizione durante l'orario scolastico non è più in essere-  scrive Alberta Bresci dell'Flc Cgil -  e non sempre in virtù di delibere specifiche del Consiglio d'Istituto, unico organo competente in materia, ma come frutto di un sereno prendere atto da parte dei parroci delle modifiche concordatarie dell'84 e delle successive intese con le Chiese cristiane di minoranza, nonché, più in generale, del lento ed ancora incompiuto appropriarsi culturalmente anche nel nostro paese dei principi scaturiti dal pensiero filosofico del '700, che porterà a delineare quella distinzione tra sfera pubblica e sfera privata, vera garanzia delle libertà individuali.La Flc Cgil di Pistoia ritiene corretta e legittima la delibera di questo organismo che invita ad officiare la benedizione degli alunni in orario extrascolastico e auspica maggior rispetto, competenza ed educazione nel trattare questi temi, soprattutto da parte di coloro che si occupano della cosa pubblica".

La legge vieta espressamente l’effettuazione di messe, preghiere, visite pastorali e benedizioni in orario scolastico- scrive il centro antidiscriminazione della Provincia -. Il principio di laicità è infatti sancito dalla Costituzione agli articoli 2, 3, 7, 8, 19 e 22, a tutela del principio pluralista che significa: alcuna preferenza per qualsivoglia fede religiosa e il rispetto di chi non ne professi nessuna. Più nel dettaglio, il decreto legislativo n.297 del 1994, Testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione, vieta lo svolgimento di pratiche religiose in occasione dell’insegnamento di altre materie o secondo orari che abbiano effetti discriminanti. Infine ricordiamo – citando Stefano Rodotà – che la laicità negli ambienti pubblici è una “componente essenziale del discorso pubblico in democrazia”, uno “spazio costituzionale che consente a tutti la convivenza e il confronto” e che la scuola pubblica deve essere laica e inclusiva di ogni diversità".