Linton Johnson suona la carica

Il lungo biancorosso pronto per la sfida contro la sua ex squadra

Pistoia Basket prima amichevole con Veroli

Pistoia Basket prima amichevole con Veroli

Pistoia, 15 ottobre 2014

Il "Presidente" è uno di quei personaggi che fanno bene allo sport. Un’intervista con Linton Johnson è piacere allo stato puro perché diventa una chiacchierata con un interlocutore intelligente, sagace e divertente che con sommo studio mescola lo slang americano con il dialetto napoletano e battute in toscano. Appena gli facciamo notare che domenica scorsa Pistoia ha conquistato un record storico vincendo in trasferta al debutto visto che non era mai successo nella storia della pallacanestro cittadino, Johnson risponde prontamente:

“C’è sempre una prima volta per tutto e quindi è stata una domenica perfetta, abbiamo vinto e abbiamo conquistato un record, meglio di così è impossibile”. Non fa una piega. “L’aspetto importante _ prosegue Johnson _ è che per i gruppi giovani come il nostro è fondamentale star bene insieme dentro e fuori dal campo. E’ così che si costruiscono i gruppi e di conseguenza le vittorie e il risultato di domenica scorsa ci ha reso molto felici”.

Il “Presidente” ha un altro motivo per essere felice visto che ha bagnato l’esordio in maglia biancorossa con una grande prestazione, eppure lui minimizza. “Questo è il mio lavoro _ dice il lungo biancorosso _ mi piace l’allenatore, mi piace l’ambiente e per un giocatore essere sereno dal punto di vista mentale è l’aspetto più importante. Puoi essere al top della condizione fisica, ma se non lo sei sotto l’aspetto mentale è tutto inutile. Per me il rispetto è la cosa più importante. Ho giocato 7 anni in Nba e da 5 anni gioco in Italia, ho avuto tre allenatori che sono nella Hall of Fame che hanno sempre rispettato i giocatori più esperti e mi dà fastidio quando un allenatore non riesce a capire questo. La nostra squadra ha bisogno di un vecchio ragazzo che possa portare esperienza ed io sono qui per questo”.

Lunedì sera Johnson ritroverà  Sassari. quella che è stata per qualche mese la sua ex squadra nella scorsa stagione, ma non parlategli di rivincita perché è un termine che non fa parte del suo vocabolario. “Nessuna rivincita _ afferma Johnson _ Sassari è un’altra squadra contro cui dovremo giocare. Rispetto Sassari perché rispetto il basket, tutte le squadre e tutti i giocatori. Loro sono una squadra forte, ma è sempre una partita di basket e vedremo lunedì come andrà a finire. Sassari stanca per l’impegno in Eurolega? Sono scusanti. In Nba si giocano tre partite in quattro giorni e nessuno dice di essere stanco. I giocatori, credetemi, vogliono sempre giocare e non stare a riposo”.

La Tesi Group avrà dalla sua il pubblico che, lo sappiamo, non è un aiuto di poco conto. E qui Johnson lancia una sfida ai tifosi. “Ho sempre sentito dire che in questo palazzetto il pubblico è molto caldo _ dice Johnson _ sono curioso di vedere, aspetto i tifosi. Per i giocatori è importante sentire il calore dei tifosi, noi americani siamo abituati al college ad avere la carica dal pubblico. Nei nostri colori oltre la bianco c’è il rosso che è lo stesso colore del sangue e, allora, i nostri tifosi devono essere il sangue che ci scorre nelle vene”.