Bongi: "La serie A la sento un po' mia e questo mi ha spinto a rimanere a Pistoia"

Le parole del vice coach biancorosso

bangi

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Pistoia, 24 luglio 2015

L’ufficialità  di Fabio Bongi come vice allenatore della Tesi Group, di fatto, è arrivata solo giovedì in occasione della presentazione dell’organigramma biancorosso. Dopo le voci che lo davano in partenza con diverse destinazioni, prima fra tutte a Varese con Paolo Moretti, Fabio Bongi ha scelto di rimanere a Pistoia. Una decisione presa dopo un’attenta valutazione e con il cuore.

«Da una parte – dice Bongi – il fatto che la società abbia sempre voluto tenermi mi faceva piacere, dall’altra andando via Paolo per me e tutto lo staff venica a mancare un punto di riferimento, per cui erano due aspetti da valutare bene. Alla fine il motivo che mi ha spinto a rimanere è che qui c’è qualcosa che è anche un po’ mia: la serie A. Un traguardo importante che ci siamo meritati e per il quale lotterò fino in fondo per mantenerlo. E’ stata questa la motivazione più forte che mi ha spinto a rimanere. Certo anche la riconferma di tutto lo staff tecnico e medico è stata importante perché dà l’idea di continuità di un lavoro ben fatto in questi anni. Ripartiamo da lì, da tutti i protagonisti di questi anni, per cui non ci saranno problemi».

La squadra, almeno per quanto riguarda il pacchetto degli italiani, è fatta, ed è arrivato anche il primo americano. Tutte scelte che Bongi ha condiviso. «La conferma di Filloy – spiega Bongi – è stata molto importante anche a livello economico. E’ stato fatto uno sforzo perché ci aspettiamo da Ariel che riconfermi quanto ci ha fatto vedere lo scorso anno e, magari, anche di più. Antonutti è un giocatore che non può non piacerti. E’ un combattente, uno che non molla mai e che ha qualità nel gioco. Per quanto riguarda Severini e Mastellari ci sarà da trovare la collocazione giusta al primo per farlo crescere mentre Mastellari, per certi versi, è una garanzia.  Lombardi è tutto da scoprire e lo aspettiamo in palestra. Di Thornton ci ha colpito la sua fisicità e dinamiso, il fatto che il pitturato sia casa sua e soprattutto il fatto di essere un giocatore di grande cuore e in quel ruolo questa è una dote importantissima».