«La bellezza di Pistoia? Sono 50 anni che la porto in giro per il mondo»

Il fotografo Aurelio Amendola: «Valorizziamo palazzo Fabroni»

L’ARTISTA Il fotografo Aurelio Amendola, durante una sua mostra all’interno di Palazzo Pitti a Firenze

L’ARTISTA Il fotografo Aurelio Amendola, durante una sua mostra all’interno di Palazzo Pitti a Firenze

È UNO dei più grandi fotografi d’arte al mondo. Nessuno, come lui, ha fatto palpitare il marmo della Pietà di Michelangelo ed è il pistoiese più felice del mondo ora che la sua città è diventata la capitale italiana della cultura per il 2017. Aurelio Amendola non riesce a contenere il suo entusiasmo e la sua emozione perché lui è convinto da oltre cinquant’anni che le bellezze artistiche di Pistoia siano gioielli da ammirare, estasiati, ogni giorno. E di Pistoia, lui è sempre stato un appassionato e instancabile ambasciatore.

«Ho cominciato a fotografare la mia città nel 1965 – racconta –, quando le foto d’arte non esistevano, e ho sempre portato Pistoia nel mondo: Giovanni Pisano, l’altare d’argento, piazza del Duomo, anche con i libri fotografici realizzati insieme a Mauro Bolognini, a Giovanni Michelucci. Ho fotografato le sue ombre e ho sempre creduto nella sua bellezza. Con le mie mostre l’ho portata ovunque».

LA CARRIERA di Aurelio è costellata di pagine indimenticabili e ognuna ha determinato una svolta nella sua vita e nel suo lavoro. «Tutti gli esperimenti – racconta – li ho fatti sulla mia città dove, nel 1968, sono orgoglioso di aver riportato Marino Marini che venne appositamente a vedere le mie foto e volle un libro sulle sue sculture. Un libro che mi aprì le porte di tutto il mondo. Tutti i miei amici artisti vengono a Pistoia e ne sono colpiti. Da Kounellis a Pistoletto e si meravigliano – osserva con rammarico – della chiusura di Palazzo Fabroni. È’ vero che c’è una mostra permanente, ma la differenza è enorme. Sono tanti gli artisti moderni che sono passati da Pistoia grazie a Bruno Corà e al collezionista Giuliano Gori. Mi hanno dato la laurea honoris causa a Catanzaro, ma è di Pistoia che io sono innamorato e non posso non ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che ha sempre approvato i miei progetti».

AURELIO Amendola non ha mai smesso di esplorare la sua città e quindi, di scoprirla. «Porto gli amici in piazza del Duomo, davanti al pulpito di Giovanni Pisano, alla facciata di San Giovanni Fuorcivitas, al Fregio del Ceppo, in piazza Mazzini, che pure è bella, e alla Fortezza. È’ bella Pistoia, è bella».

Soltanto i ricordi di Aurelio meriterebbero un libro che potrebbe raccontare, giorno dopo giorno, un viaggio lungo più di mezzo secolo, attraverso le opere e i volti e che ha avuto, finalmente, il traguardo di un riconoscimento dovuto alla mostra città: «Con Michelucci – rammenta il grande fotografo pistoiese – ci si alzava alle sette del mattino per andare a giro. Mi portava addirittura alla vecchia filatura di Capostrada. Gli piaceva quell’edificio. Io sono andato sui tetti a fotografare la mia città... Ora – scherza infine Aurelio – tutti scoprono l’acqua calda... Ma io sono tanto orgoglioso».

lucia agati