Una vita a 33 giri: «Log Playing» di Giovanni Vannozzi

La presentazione giovedì 5 maggio alle 19 al Teatro Lux con il curatore della collana Fabrizio Bartelloni

L’autore Giovanni Vannozzi

L’autore Giovanni Vannozzi

Pisa, 30 aprile 2016 - Una vita che è un disco, non perché si ripeta, ma perché come un disco regala emozioni, sempre diverse. E’ «Long Playing- vita a 33 giri», l’antologia di racconti di Giovanni Vannozzi (MdS Editore nella sua collana Cattive strade). Una raccolta, come spiega lo stesso autore, pisano doc, che nasce dalla «voglia di raccontare la provincia con uno sguardo diverso», dal desiderio cioè di restituire un’immagine di Pisa e dei suoi dintorni senza conformarsi ai cliché da guida turistica o alla rappresentazione da teatro di posa delle ricostruzioni storiche, e farli diventare, invece, veri e propri protagonisti delle vicende che li attraversano». Appuntamento giovedì 5 maggio alle 19 al Teatro Lux per scoprire insieme all’autore e ai suoi ospiti – il curatore della collana Fabrizio Bartelloni e il prof. Pierantonio Pardi - tutte le tappe di un viaggio sospeso fra musica e letteratura. Per info: [email protected]

La raccolta, suddivisa in due parti proprio come un vecchio Lp (side A: anni ’80 – ’90; side B: anni ’90 – 2000), si compone di diciotto “tracce” e abbraccia trent’anni di vita recente non solo della città, percorrendone le strade, le piazze, i quartieri, ma anche di quella provincia all’apparenza immutabile e che invece cambia nel tempo le sue abitudini, i suoi umori, le sue prospettive, divenendo specchio e cartina di tornasole delle emozioni e del vissuto di chi la abita e la sente realmente “sua”, di chi è stato ed è a tutti gli effetti concittadino dei personaggi “incontrati, vissuti, inventati” che popolano queste storie.

I protagonisti di questi racconti sono bambini, adolescenti, adulti… qualcuno di loro cavalca l’idea di andarsene per non tornare, altri sono costretti a farlo o magari si lasciano vivere, a tre passi dai monti e dal mare, nell’attesa di qualcosa di inaspettato che probabilmente non arriverà. La vita di provincia che si scontra con il progresso, la droga che imperversa negli anni ’80, le comunicazioni che cambiano, gli universitari di passaggio e i malumori con gli autoctoni, i palazzi che crescono a vista d’occhio e i nuovi quartieri che modificano i lineamenti della città, le generazioni che si confondono… scenografie che si rincorrono l’una dietro l’altra unite da un’unica colonna sonora.

Perché è la musica a fare da sottofondo a questo libro – da lì il titolo, le strofe inserite all’inizio delle due parti e persino una ghost-track finale - la musica che, come dice l’autore: «E’ il leitmotiv della mia vita, e quando ripenso al mio passato o alle storie che mi vengono alla mente, non posso sottrarmi dal ricordare brani musicali che mi riportano esattamente lì, dove volevo essere».

Il timbro di Vannozzi è originale, forte, riconoscibile, spesso colloquiale ma mai banale, e attento a mantenere sempre una leggerezza di fondo anche quando si confronta temi “forti”, come le molestie ai bambini, la violenza domestica o la crisi del lavoro. Una voce unica che rende impossibile non appassionarsi alle molte storie che ha da raccontare.

Giovanni Vannozzi nasce a Pisa. Si occupa di comunicazione da diversi anni e collabora, come redattore freelance, con numerosi periodici e riviste. Al suo primo romanzo, “Basta, smetto” (Edizioni ETS, 2010) hanno fatto seguito molteplici progetti e avventure letterarie, tra cui la partecipazione al collettivo Ottomani, autore di “Sulle spallette alle nove” (MdS Editore, 2014), e l’antologia “FaVolare” (MdS Editore, 2015), di cui è stato co-curatore. Dipingere lo rilassa, ed è affascinato dal particolare e da tutto ciò che particolare non sembra, almeno in superficie. Ha viaggiato e vissuto la “grande città“, ma come alcuni dei suoi personaggi finisce per trovare la sua dimensione nella realtà apparentemente più quieta della provincia. Questa è la sua prima raccolta di racconti.