Mercoledì 24 Aprile 2024

Terrorismo, espulso dottorando turco della Normale: "In mail minacciava di farsi esplodere davanti alle ambasciate"

A fine dicembre fu accompagnato a un Cie e poi rispedito nel suo Paese. Al momento dell'ammissione all'università si era classificato terzo su sette. Il coinquilino: "Non sembrava certo un jihadista" / GUARDA LE FOTO

Una volante della polizia

Una volante della polizia

Pisa, 20 gennaio 2015 - Aveva manifestato simpatie per idee islamiche estremiste su alcuni siti internet e per questo è stato espulso dall'Italia. Si tratta di un dottorando della Scuola Normale di Pisa di 25 anni di nome Furkan Semih DundarLa vicenda, avvolta nel massimo riserbo, sarebbe avvenuta a fine dicembre, quindi prima delle stragi di Parigi. Le indagini sono state seguite dalla digos di PisaGli inquirenti avrebbero anche perquisito l'abitazione del giovane trovando riscontri ai sospetti iniziali. Secondo quanto si è appreso, il giovane straniero avrebbe postato alcuni messaggi anti occidentali su blog e siti internet islamisti monitorati dalla polizia. Le sue affermazioni non sono sfuggite agli investigatori che dopo una breve indagine hanno individuato e rintracciato il turco notificandogli un provvedimento di espulsione immediatamente eseguito. Lo stranieri è stato prima accompagnato a un Cie italiano e poi rimpatriato. Una comunicazione formale è stata anche inviata alla Normale per informarla che lo studente non avrebbe più potuto seguire il corso al quale era iscritto.

LE MINACCE - Il giovane avrebbe inviato minacce via mail a siti governativi italiani e statunitensi minacciando di farsi esplodere davanti alle ambasciate. È quanto si apprende in ambienti investigativi. Furkan Semih Dundar, secondo quanto si è appreso, lo scorso mese di dicembre avrebbe inviato alcuni messaggi minatori via mail a siti istituzionali italiani e americani e da lì sono scattate le indagini che hanno poi coinvolto anche la procura di Pisa. Nelle mail inviate ai siti governativi, Dundar minacciava di farsi esplodere davanti alle ambasciate e per questi messaggi è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di procurato allarme. Le indagini della polizia, delegate alla Digos, hanno portato anche a una perquisizione nel domicilio pisano del giovane dove sarebbero stati rintracciati e sequestrati il telefono cellulare e il tablet che avrebbe utilizzato per inviare le minacce. Il 26 dicembre scorso l'uomo è stato prelevato, accompagnato al Cie di Roma e successivamente rimpatriato in Turchia con atto notificato dalla prefettura pisana. 

"STUDENTE SELEZIONATO IN BASE AL CURRICULUM": TERZO SU SETTE - Era un dottorando il giovane espulso alla Normale. Aveva superato la prova di ammissione al corso di perfezionamento in fisica della Scuola Normale di Pisa classificandosi al terzo posto su sette disponibili per l'accesso al Phd. La prova è stata sostenuta a luglio scorso, a novembre poi l'inizio del corso. A fine dicembre l'espulsione dall'Italia. "La Scuola Normale Superiore è aperta a candidature provenienti da qualunque Paese e persegue l'obiettivo di formare i giovani ricercatori in un ambiente internazionale secondo gli standard dei migliori atenei mondiali". Lo afferma in una nota l'Istituto pisano, a proposito dello studente turco espulso dall'Italia a dicembre. "Il giovane cittadino turco - si legge nella nota della Normale - è stato espulso dopo un mese dall'ammissione avvenuta a seguito di una selezione effettuata in base al suo curriculum e a un colloquio nel quale è stata verificata la sua competenza nella fisica dei buchi neri e della connessione di questa con la teoria delle stringhe. La Scuola - conclude il comunicato - non controlla blog o siti personali su cui i propri allievi esprimono opinioni personali".

IL COINQUILINO: "NON SEMBRAVA CERTO UN JIHADISTA" -  Furkan Semih Dundar ha vissuto per circa due settimane insieme ad altri studenti universitari in un appartamento di via Volturno, non lontano dal centro storico di Pisa. In casa ci sono ancora i suoi testi universitari e i documenti della banca dove aveva appena aperto un conto. L'affitto della stanza lo aveva già saldato in anticipo fino a gennaio. La proprietaria e i coinquilini accettano di parlare con i giornalisti in cambio dell'anonimato e lo studente universitario italiano che occupava l'altra camera ricorda i giorni dell' intervento della polizia: "La sera del 22 dicembre, intorno alle 23 sono arrivati 4 o 5 poliziotti, insieme a Furkan. Hanno perquisito la sua stanza. Non mi hanno detto il motivo, ma erano tutti molto tranquilli, anche lo stesso Furkan. Dopo avere perquisito la camera se ne sono andati lasciandolo a casa. Poi, circa un'ora dopo sono tornati, e questa volta hanno prelevato telefonino e tablet e hanno chiesto a lui di seguirli". Il 24 dicembre, poi, la polizia e lo studente sono tornati nell'appartamento: "Gli hanno fatto prendere alcuni effetti personali e se ne sono andati - racconta lo studente - ma non mi hanno detto il motivo di quelle indagini. Si sono limitati a dire che era una 'burlonata' e anche Furkan, in inglese, mi ha detto di non preoccuparmi. Con me non ha mai parlato né di politica, né di religione. Non l'ho più rivisto. Viveva e vestiva all'occidentale, come un hipster, gli appassionati Usa di bebop. Non sembrava certo un jihadista".