''Fatti di Empoli'', torna l'obbligo di firma. Ultras del Pisa infuriati

Il provvedimento è stato reintrodotto dalla questura di Firenze nonostante il gip avesse bocciato la decisione. I gruppi della Curva Nord: ''Atto illegittimo e illegale, chiediamo l'intervento del sindaco''

Arena Garibaldi, la Curva Nord

Arena Garibaldi, la Curva Nord

Pisa, 19 agosto 2017 - Il giudice aveva detto di no, ma la questura di Firenze ha ritenuto, comunque, di riproporli. L'ultima puntata dei cosiddetti “fatti di Empoli” relativi al prepartita di Pisa-Brescia del settembre scorso, quando le due tifoserie furono fatte transitare dalla stessa strada di accesso allo stadio e vennero alle mani, si chiama reintroduzione dell'obbligo di firma, una misura per la quale i gruppi dalla Curva Nord non esitano a parlare, non solo «d'ingiustizia», ma «anche di una cosa proprio illegale» poiché «nessuna questura può smontare il giudizio di un giudice».

Per comprendere la sostanza dei fatti, però, bisogna fare tre passi indietro: prima, infatti, la questura di Firenze ha assegnato una serie di daspo con obbligo di firma in questura a molti tifosi nerazzurre che, secondo le forze dell'ordine, sarebbero rimasti coinvolti negli scontri. Una decisione, eccoci al secondo passo, che è stata successivamente almeno in parte rivista dal Gip, il quale ha tolto l'obbligo di firma in questura (mentre sui daspo è pendente un ricorso davanti al Tar). Il 16 agosto, invece, l'ultimo atto: la questura fiorentina ha deciso di reintrodurre l'obbligo di firma «non curandosi del giudicato» del giudice per le indagini preliminari. Una decisione contro la quale gli avvocati Andrea Bottone, Lorenzo Contucci e Giulia Padovani, che difendono i tifosi del Pisa, hanno già presentato ricorso urgente. E che ha fatto imbestialire i gruppi della Curva Nord: «Tutto questo è brutalmente illegale – scrivono -: il gip. del Tribunale di Firenze si è già espresso sulla posizione di ognuno di noi, avendo redatto un’ordinanza con la quale non veniva convalidato il provvedimento del questore , spiegando nel merito le ragioni per le quali ciò non veniva fatto. Con un atto giuridicamente più che discutibile, la questura di Firenze cerca ora di rimettere in moto l’intero meccanismo, non curandosi del giudicato. Con i nostri legali ci stiamo muovendo con ricorsi di urgenza: tutto quello che stanno facendo è illegittimo e illegale». Da qui l'appello: «Chiediamo un intervento del sindaco a tutela dei suoi cittadini e chiediamo un incontro con la presenza dei nostri avvocati. Questa volta non parliamo solo di una cosa ingiusta, ma di una cosa proprio illegale: nessuna questura può smontare e ribaltare il giudizio di un giudice».