Retromarcia sull'obbligo di firma per i ''fatti di Empoli': la procura boccia la questura

Il pubblico ministero Giuseppe Ledda ha respinto la richiesta della polizia fiorentina: ''La misura era già stata negata dal gip''

Arena Garibaldi: una coreografia della Curva Nord

Arena Garibaldi: una coreografia della Curva Nord

Pisa, domenica 20 agosto 2017 - Retromarcia. L'obbligo di firma per i tifosi del Pisa colpiti da daspo cosiddetti “fatti di Empoli” del settembre scorso (tre per il momento quelli che avevano ricevuto il provvedimenti), reintrodotto il 16 agosto scorso dalla questura di Firenze dopo essere stato cancellato una prima volta del gip, è stato nuovamente bocciato dalla procura del capoluogo. Il pubblico ministero Giuseppe Ledda, cui erano stati inviati i provvedimenti per la convalida, infatti, ha respinto la richiesta della questura spiegando, in un atto del 17 agosto inviato ai diretti interessati, che «il nuovo provvedimento riguarda le medesime condotte verificatesi in occasione dell'incontro Pisa-Brescia» già «oggetto di un decreto di non convalida da parte del giudice per le indagini preliminari» nel febbraio scorso e «non sottoposto a ricorso in Cassazione», dunque definitivo. Xxx Il dispositivo del pm Ledda non lascia adito a dubbi: «Non resta che ribadire l'assenza a sostegno della riproposizione delle prescrizioni di fatti o elementi noi, posto che il nuovo provvedimento impositivo si limita a richiamare i presupposti di fatto già oggetto di negativo scrutinio da parte del giudice per le indagini preliminari». Detto in altri termini: sull'obbligo di firma si era già pronunciato il gip respingendo la richiesta (sui daspo, invece, è pendente il ricorso davanti al Tar) e il giudizio non può essere rivisto dato che nessuno ha impugnato la sentenza e non sono emersi fatti o elementi nuovi. La pronuncia, peraltro, conferma le valutazioni dei gruppi della Curva Nord nel duro comunicato di due giorni fa.