Per il Pisa e contro i daspo. La tifoseria nerazzurra si ritrova domattina all'Arena

Appuntamento alle 11 allo stadio. "Per stare vicino alla squadra in un momento delicato e caricarla in vista della difficile trasferta di Verona e per stare insieme e tifare anche con i ragazzi diffidati".

Una coreografia della Curva Nord

Una coreografia della Curva Nord

Pisa, venerdi 24 marzo 2017 - Per il Pisa e contro i Daspo decisi dalla questura di Firenze per i cosiddetti ''fatti di Empoli". L'appuntamento è per tutta la tifoseria nerazzurra è fissato per domani mattina, sabato 25 marzo, alle 11 all'Arena. «Per stare vicino alla squadra in un momento delicato e caricarla in vista della difficile trasferta di Verona» sicuramente. Ma anche «per stare insieme e tifare anche con i ragazzi diffidati: andremo all'allenamento per farci sentire alla nostra maniera». Firmato i gruppi e i club di “Pisa non si piega”, la denominazione nata nei mesi della protesta contro la “gestione Petroni” per unire la tante sigle del variegato mondo della tifoseria nerazurra. E che nelle ultime settimane è impegnata nelle iniziative di protesta contro i provvedimenti successivi ai cosiddetti “fatti di Empoli” in occasione di Pisa-Brescia del 17 settebre scorso quando le due tifoserie furono fatte transitare alla stessa ora dalla medesima strada e vennero a contatto. «Siamo arrivati a 49 diffide notificate e già attive che vanno a sommarsi alle otto già emesse a suo tempo mentre ancora 13 persone sono in attesa di sapere se nei loro confronti la questura di Firenze deciderà per il Daspo o per l'archiviazione – scrivono-. Sono questi i numeri aggiornati ed impietosi del ciclone repressivo che sta colpendo in questi giorni la nostra Curva: accade nonostante moltissimi giudici in sede di ricorso sulle firme abbiano sbugiardato e contraddetto la tesi della questura e nonostante che in larga parte questi ricorsi siano stati vinti e le sanzioni attenuate».

Il fatto è che «i Daspo restano e si tratta di divieti di assistere alle manifestazioni sportive lunghissimi, per molti ragazzi fino addirittura a fino a otto anni – scrivono -. Nel nostro Paese, infatti, il soggetto competente ad emettere tale provvedimento è la questura, quindi anche se il giudice che si trova a decidere il ricorso sulla firma lo ritenga ingiusto, il Daspo comunque rimane. Dolo la stessa questura ha il potere di archiviare il procedimento, ma prima che il divieto diventi esecutivo. È veramente ridicolo e anticostituzionale»