La previsione di Minguzzi: ''Con la Viterbese la partita della svolta''

L'ex diesse nerazzurro, fino all'anno scorso dietro la scrivania del club laziale, legge la sfida di domenica pomeriggio: ''Il Pisa affronta la capolista e probabilmente la squadra più forte del campionato: se vince, si sblocca psicologicamente e può cominciare a correre''

L'ex diesse del Pisa Vincenzo Minguzzi

L'ex diesse del Pisa Vincenzo Minguzzi

Pisa, venerdì 15 settembre 2017 - «Non mi stupisce vedere la Viterbese in testa alla classifica perchè il presidente Camilli, alla fine, sul mercato si è mosso molto bene. E non mi stupiscono esageratamente nemmeno le difficoltà iniziali del Pisa: quando si cambia così tanto, può capitare». A tutto c'è una logica, insomma, per Vincenzo Minguzzi, direttore sportivo di lungo corso, per due stagioni e mezzo protagonista anche all'ombra della Torre (conquistando la promozione in C il primo anno e la salvezza il secondo) e fino all'anno scorso dietro la scrivania della compagine laziale.

Dunque la Viterbese ha lavorato bene quest'estate?«Molto. Ha tenuto i più forti dell'anno corso e aggiunto elementi di qualità tecnica ma anche grande forza fisica. L'elemento che può fare la differenza è Jefferson: l'anno scorso ha avuto tanti problemi fisici ma se sta bene, è un centravanti che in questa categoria fa la differenza. Con lui, Tortori e Vandeputte, in avanti possono far male».

In settimana è arrivato anche Kabashi.«Buon giocatore, giovane e di prospettiva, e acquisto giusto visto che a centrocampo la Viterbese era un po' corta».

Dunque il Pisa deve preccuparsi?«Quando si gioca contro la capolista a punteggio pieno, è giusto avere un pizzico d'apprensione. Però lo stesso discorso vale anche per la Viterbese ...»

In che senso?«Il Pisa in questo momento paga un po' di dazio al fatto di aver cambiato tanti elementi, ma la qualità dell'organico non si discute e penso che la cosa sia abbastanza nota a mister Bertotto. Peraltro vincendo una partita come quella con la Viterbese, i nerazzurri potrebbero anche sbloccarsi dal punto di vista psicologico e cominciare a correre».

Dunque, quella contro la squadra dell'ex patron Camilli potrebbe essere la gara della svolta per il Pisa?«In teoria sì. A patto di vincerla, ovviamente. La gara, sempre sulla carta, è abbastanza equilibrata anche se la Viterbese ci arriva in condizioni mentali migliori: è reduce da tre vittorie consecutive e può giocarsela con calma. Almeno nelle battute iniziali, invece, il pallone per i nerazzurri potrebbe essere abbastanza pesante: fra l'altro già si sente parlare di cambi di panchina».

Troppo presto?«E' una valutazione che non mi compete. Certo è che una squadra che cambia così tanti giocatori, ha bisogno di un po' più tempo per trovare l'amalgama ...».

Quanto tempo è giusto attendere, quindi, prima di decidere, eventualmente, di cambiare allenatore?«Il punto non è quello. Il fatto è che un tecnico deve trovare quanto prima lo schema più giusto per i giocatori che ha a disposizione. Adattare i giocatori all'assetto che si ha in testa, nvece, è sbagliato e a volte, quando si prendono tanti giocatori nuovi, il modulo giusto non è detto sia sempre quello che si è ipotizzato a tavolino. Posso farle un esempio?»

Prego.«L'Empoli che il primo anno con Sarri in panchina, perse cinque delle prime sei partite di campionato di serie B. Tutti dicono che la dirigenza azzurra fu bravissima a continuare a puntare sull'allenatore che poi la riporterà in A. E' vero, ma fu intelligente anche Sarri: la squadra, infatti, decollò con un piccolo cambio di schema, ossia quando gli azzurri passarono dal 4-4-2 al 4-3-1-2, il modulo che meglio si adattava alle caratteristiche dei giocatori».