Caos Pisa: la Lega chiama Dana

Il banchiere convocato con un tweet. Dubai pronta a ripianare i debiti del club

Pablo Dana

Pablo Dana

Pisa 19 ottobre 2016. Domenica 23 ottobre Pablo Dana inconterà Abodi, il «commercialista» del Pisa incaricato di selezionare i potenziali acquirenti del club. La trattativa con Dubai sembrava definitivamente tramontata la settimana scorsa, dopo le bacchettate pubbliche del presidente di Lega all’uomo d’affari italosvizzero per la sua «eccessiva esposizione mediatica» salvo poi emularlo sullo stesso terreno e convocare l’incontro via Twitter. 

Il viaggio a Milano di Dana però non è un coupe de theatre improvviso, ma il frutto di un’articolata lettera che il direttore del fondo Sportativa, Abdul wahab Al-Halabi, ha inviato allo stesso Abodi nei giorni scorsi per confermargli l’interesse del fondo d’investimento per l’acquiszione del Pisa. E ad oggi è questa l’unica reale offerta per rilevare il 100% delle quote dei Petroni sul piatto. E’ così da due mesi, anche se la proprietà romana dei nerazzurri non ne vuol sapere di cedere a Dana.

Da quel che si sa il valore dell’offerta non cambia, ma la sostanza assolutamente sì. Il banchiere ferrarese, stavolta, sceglie la strada del silenzio con i giornalisti, ma da quanto La Nazione ha potuto verificare, i milioni offerti dal fondo d’investimento devono servire unicamente a finanziare il Pisa, neanche un euro è per i Petroni. La loro fiche l’hanno sprecata, la società è schiacciata dai debiti e dovranno accontentarsi di lasciare il passo a chi è disposto a pagarli e a rimettere in sesto il club. All’orizzonte, secondo Dubai, ma appare dello stesso parere anche la famiglia Corrado (Giuseppe dovrebbe vedere Abodi all’inziio della prossima settimana) c’è un periodo medio lungo di investimenti per risanare la società: il valore del Pisa è fortemente scaduto per colpa di una proprietà che non ha saputo gestire il club.

Se i Petroni pensano di riuscire ancora a capitalizzare il loro investimento è pressoché impossibile che trovino acquirenti disposti a svenarsi per accontentare i loro capricci. Spetta ad Abodi convincerli a non tirare troppo la corda. Il Pisa, come ogni azienda in difficoltà, ha bisogno di una robusta ristrutturazione e i soldi che sarannno spesi serviranno a ricapitalizzare il club e a renderlo appetibile sul mercato, anche sotto il profilo delle sponsorizzazioni (a questo proposito c’è da capire come i potenziali acquirenti intenderanno rapportarsi con Ngm). Ma soldi freschi serviranno anche per puntellare la squadra a gennaio per non disperdere definitivamente il lavoro di Gattuso e non compromettere il progetto sportivo che ha regalato la serie B. Su questi aspetti Dubai e i Corrado sembrano avere idee chiare e molto simili. Se invece Abodi ha sempre detto di non voler essere il battitore di un’asta per il Pisa, ora ha la possibilità di dimostrarlo.