Pisa, 16 aprile 2012 - E' mezzanotte e mezza quando davanti all’Hotel Continental parte il primo applauso. Succede quando i giocatori del Livorno, pallidi e scioccati, scendono dal pullman e si avviano verso l’albergo che da anni, ormai, è diventato il loro campo-base. Hanno sulle spalle qualche ora di viaggio - quelle necessarie a riportarli a casa dall’Abruzzo - ma soprattutto l’immenso dolore, il durissimo peso di una tragedia che - amplificata dalle immagini tv di una morte in diretta - sta scuotendo tutt’Italia. Altri applausi, qualche coro, occhi lucidi, nuove lacrime.

E anche flash, i fari delle telecamere accesi a illuminare la notte, giornalisti davanti all’ingresso dell’Hotel. Così anche Tirrenia, dopo Pescara (dove la tragedia è andata in scena) e Livorno (dove i tifosi labronici sono in mobilitazione dal pomeriggio), partecipa in diretta al dramma-Morosini. Al tam-tam d’emozioni e al tourbillon mediatico per la scomparsa di un calciatore che se n’è andato a 25 anni, stroncato da un infarto su un campo da calcio.

Sul lungomare, davanti al Continental, ci sono circa 200 p persone: qualche cuoriso, certo, ma la maggior parte sono tifosi del Livorno. Gli stessi che ieri mattina, passata la nottata, hanno simbolicamente ricevuto la solidarietà e la vicinanza di tanti, compresi i tifosi del Pisa. Chi li conosce bene, gli ultras nerazzurri, non può stupirsi di questo gesto. Perché sa che un conto è la rivalità sportiva, un altro il rispetto umano. Che è talmente dignitoso da incassare gli applausi degli stessi tifosi livornesi. Una bellissimo episodio, accaduto prima dell’ora di pranzo davanti all’Armando Picchi, quando un supporter partito da Pisa si presenta a Livorno con una bandiera nerazzurra e si unisce alle centinaia di persone radunate lì, davanti allo stadio, per ricordare Morosini e sentirsi parte di una comunità capace di stringersi nei momenti più difficili.

E dopo la bandiera, spunta anche una sciarpa - sempre nerazzurra - che va a unirsi a quelle di tante altre tifoserie deposte, insieme ai fiori, davanti al muro dell’impianto sportivo. Infine, ecco uno striscione che gli ultras del Pisa preparano in mattinata ed espongono nel pomeriggio, attaccandolo alla cancellata davanti alla Curva nord. Dice: «Milioni di euro spesi per tornelli, tessere e barricate. E a bordo campo nemmeno un defibrillatore. Questa è la vostra sicurezza. Ciao Morosini». In fondo, la firma «Mau Ovunque» a ricordo di un altro ragazzo morto durante una partita di calcio. Era un tifoso, l’altro un calciatore, ma la questione non cambia. Tantomeno l’emozione.

David Bruschi