Pisa, 15 aprile 2014 - Primavera. I petali cadono dai ciliegi e diventano danza. Così al Teatro Verdi mercoledì sera si scopre che anche l'hip hop, cultura di strada nata nelle vie  di New York,  può diventare poesia. I DaCruDanceCompany metteranno infatti in scena Kaze Mononoke per raccontarci con stili e linguaggi innovativi una delle più antiche e affascinanti tradizioni giapponesi: la festa della fioritura dei ciliegi. Sul palco, per la scenografia di Samar Khorwash, ci saranno Paolo Ricotta, Serena Stefani, Claudia Taloni, Afshin Varjavandi e Tiziano Vecchi coordinati dai due fondatori della compagnia, i danzatori e coreografi Marisa Ragazzo e Omid Ighani. Uno spettacolo  in quattro capitoli, tanti quante sono le stagioni. Comincia a primavera e poi torna indietro verso l'inverno e l'autunno per fermarsi al primo canto delle cicale. Marisa Ragazzo ce lo racconta.

Perchè questo contrasto tra la poesia del background e i movimenti frenetici?
"E' quello che c'è nella storia di tutti noi. Da una parte la vita che scorre, dall'altra quelle situazioni interiori che ognuno ha, come il senso del sentimento quando batte il cuore, o la nostalgia dolente di fronte ad una delusione".
Perché proprio il Giappone?
"Perché in Giappone la poesia è 'infilata' nella quotidianità. E poi è una scelta che nasce dal mio essere innamorata di quel Paese. Un amore 'di pancia', cominciato tanti anni fa, a cui poi è seguita la conoscenza della loro cultura, dei loro autori, delle loro abitudini".
Va spesso in Giappone?
"Ogni anno nella stagione della fioritura dei ciliegi, cioè adesso. Questa è la prima volta che non vado dopo tanti anni perché volevo venire a Pisa, nel vostro splendido teatro e far vedere a tutti la fioritura dei ciliegi..."
Allora ci spieghi. Cosa succede in quei giorni?
"In Giappone i ciliegi non vengono potati e i loro alberi diventano enormi e carichi di fiori. Quando c' è un po' di vento i petali cadono e giovani e vecchi stanno lì, seduti. E mangiano e parlano fino a tardi. E' una delle cose più belle e affascinanti che abbia mai visto in tutta la mia vita".
I petali cadranno anche sul palcoscenico?
"Sì, in quanto simbolo di fragilità e bellezza estrema saranno racchiusi in uno spazio bianco, essenziale, dove si muoveranno continuamente, carezzati da una brezza. Tutto il palcoscenico sarà una scatola bianca e anche gli abiti dei ballerini sono di lino bianco o beige, mentre loro vivranno amori non passionali, ma adolescenziali, non legati alla carne. In un mondo che  è invece sempre molto scuro, dove l'amore è sesso e la scoperta del corpo è precoce, i miei fidanzati diventano il simbolo di una purezza antica".
I movimenti, però, sono molto veloci...
"Quelli sono contemporanei. Si fonde l'hip hop con la house dance, con il jazz rock e con il breaking più innovativo. Non solo, i miei ballerini danzano con le scarpe".
Lei ha danzato. Lo fa ancora?
"No. Mi sono imposta di fare solo la coreografa, ma quando si alza il sipario le gambe e le braccia mi tremano. E' come se ballassi con loro".
Come sta la danza oggi in Italia?
"Amo andare agli spettacoli degli altri e vedo cose bellissime ma anche schifezze terribili. Quindi una parte sta bene e un'altra sta male. Però quella che sta bene è proprio meravigliosa".
Cos'è la danza secondo lei?
"Una delle forme di comunicazione più diretta".
La descriva con un aggettivo
"Divina".
Lo spettacolo comincia alle 21. Biglietti con prezzi da 24 a 7 euro e riduzioni del 50% per giovani, studenti e scuole di danza. Per maggiori informazioni: 050 941111 o www.teatrodipisa.pi.it