Colpi e paura a Migliarino, arma puntata. «Fermo o ti sparo!»

Padre e figlio aggrediti in giardino. «Me lo sono trovato alle spalle»

Massimo Puccini (foto Valtriani)

Massimo Puccini (foto Valtriani)

Pisa, 28 maggio 2016 - Se l’è trovato dietro le spalle, al buio, aveva il casco. Gli ha puntato la pistola al viso: «Ti sparo!», gli ha detto. «Ma ho reagito perché la casa e la famiglia sono sacre per me». Sono passate dodici ore dalla notte di paura in via Mazzini a Migliarino eppure è come se fosse trascorsa solo una manciata di secondi. Massimo Puccini, che fa il cuoco a Lido di Camaiore, ricostruisce tutta la serata. «Ero uscito dal lavoro e mio figlio mi ha chiesto di andarlo a prendere a San Martino Ulmiano. Siamo tornati a casa insieme poco prima di mezzanotte. Ho parcheggiato l’auto dentro il nostro cortile e sono sceso», racconta. «A quel punto, ho intravisto una persona della stessa altezza di mio figlio e ho pensato che fosse lui, ma poi l’ho sentito urlare ‘ma te chi sei, che cosa ci fai qui?’ e ho visto che ha cercato di difendersi scagliando una pedata. Allora ho capito e istintivamente mi sono buttato verso di lui. Quell’uomo - un giovane vestito di scuro con il casco in testa, di quelli a padella - mi ha puntato la pistola contro e mi ha detto che avrebbe fatto fuoco, poi, è fuggito. Avevo tutto in mano: chiavi, cellulare, ma l’ho rincorso perché avevo mia moglie dentro la mia abitazione, tutti i miei cari in pericolo. Ho corso e sono inciampato».

L’intruso, evidentemente, va nel panico esplode un colpo, ma perde il caricatore, poi recuperato durante il sopralluogo dalla polizia che lo sta analizzando. La pistola, hanno constatato, è una scacciacani, ma nella quasi totalità di assenza di luce, sembra vera. In realtà una luce a un certo punto si accende. E’ quella del suocero di Massimo, un faretto sparato proprio sul retro. «Ho sentito confusione – ricorda – Inoltre la canina Zara abbaiava in un modo strano. Così, ho puntato il faro». Ma l’individuo è riuscito a scappare attraverso i campi.

E’ quasi mezzanotte, si è da poco conclusa la festa al vicino campo sportivo. «Proprio mentre stavamo rientrando – continua Massimo – c’erano due individui sul ciglio della strada. Ho detto ‘guarda che ceffi! Non so se fossero tutti insieme e stessero aspettando il nostro aggressore...». Poco dopo, l’episodio che scuote la famiglia Puccini. «Ho sempre pagato tutto, faccio volontariato con la Caritas per la mensa, ma chiedo sicurezza. Solo pochi giorni fa sono entrati nel giardino e hanno rubato un ferro da stiro che tenevamo lì». E proprio in nottata «hanno portato via una coperta, dei cuscini e un trapano a mano vicino alla chiesa, tutti oggetti che forse poi sono serviti per andare a dormire in un orto lungo il Serchio. Che siano gli stessi? In giornata, in paese, era stato visto da più persone un individuo che girava su un motorino, vestito di scuro, con una pistola in mano che aveva spaventato già i cittadini».