Bimbi maltrattati: "Ci è cascato il mondo addosso. Se ha sbagliato...pagherà"

A colloquio con il figlio della maestra Ori: "Sta molto male...."

Sonia Ori

Sonia Ori

Pisa 6 febbraio 2016 - Porte serrate, avvolgibili giù. Attorno alla villetta bianca dove vive Sonia Ori, la maestra 58enne da giovedì agli arresti domiciliari per maltrattamenti su nove alunni del nido Montessori del Cep, regna il silenzio. E la paura, quella di ritorsioni da parte dei genitori che hanno visto i propri figli vittime – ignare e inconsapevoli – nel filmato diffuso dai Carabinieri dopo l’arresto. Uno choc che ha scatenato la rabbia di mamme e papà, sentimenti che sui social network sono arrivati fino alle minacce di morte. I vicini controllano con preoccupazione l’ingresso della strada privata dove si trova l’abitazione della maestra, circondata da un ampio giardino e videosorvegliata da un sistema di telecamere come molte altre case della zona di San Piero a Grado. 

«Ci aspettiamo da un momento all’altro di vedere qualcuno entrare e dirigersi verso la casa urlando. Sappiamo che le famiglie sono sconvolte. Lo siamo anche noi che abbiamo scoperto dalla stampa e dalle tv quello che è successo e che non potevamo certo immaginare...» dicono. Gli unici movimenti evidenti sono sul retro della villetta: qui – al limite con i campi aperti – è attiva l’azienda agricola di famiglia. Un terreno, capannoni e alcuni trattori. Al lavoro – nonostante tutto – c’è il figlio trentenne. Residente altrove, non può neanche entrare nella casa di famiglia. Non vuole, non può parlare. «La magistratura farà il suo corso, come è giusto che sia. Se ha sbagliato pagherà. E’ una cosa enorme...», dice soltanto. Ma a raccogliere il suo sfogo sono stati, nelle terribili ore dopo l’arresto, amici e conoscenti. «E’ mia madre – ha ripetuto più volte alle persone vicine – non posso che starle accanto. Sta male, molto male. Io non immaginavo, nessuno poteva sapere quello che stava accadendo. Ieri mattina ci è cascato il mondo addosso».  

L’arresto della donna, le violenze immortalate dalle telecamere e ripetute nel tempo, le accuse sono state una ‘bomba’ anche per la famiglia. Una ‘bomba’ esplosa all’improvviso. Senza – così sembra – alcun segnale evidente che potesse far sospettare al figlio e al marito – dipendente dell’azienda ospedaliera pisana – che la donna potesse avere comportamenti violenti in classe. «Siamo senza parole – commentano altri vicini – non era una insegnante alle prime armi ma una maestra d’esperienza, con una lunga carriera alle spalle. Sempre gentile... Qui ognuno fa la propria vita, ci si incrocia di sfuggita. Ma niente poteva farci immaginare una cosa del genere. Chissà cosa è scattato nella sua testa, cosa può aver portato a tutta quella violenza contro quei piccoli indifesi. Vedere quelle immagini, quel filmato... e riconoscere il nome della signora che abita qui a pochi passi. E’ stato uno choc per noi, figuriamoci per le famiglie dei poveri bambini....».