Sigilli al locale ‘Bazeel’, il proprietario: "Dovrò licenziare tutti per un cavillo"

La rabbia del titolare De Nigris: ‘Struttura a norma’. Quindici posti di lavoro sono a rischio

Gli interni del "Bazeel"

Gli interni del "Bazeel"

Pisa, 27 febbraio 2015 - Sigilli al Bazeel, il locale di lungarno Pacinotti. Il titolare, Dario De Nigris, è amareggiato: «Come prima cosa dovrò licenziare i miei 15 dipendenti considerando che abbiamo investito oltre 400.000 euro per questi lavori. Lavori ormai conclusi e per i quali mancava solo un passaggio burocratico, per altro irrilevante sulle prescrizioni obbligatorie. L’esposto dal quale sono partiti gli atti giudiziari fino al sequestro, parlava di attività danzante all’interno di Bazeel».

Un esposto – continua De Nigris – presentato «da Confcommercio, associazione che dovrebbe tutelare le attività commerciali. Nel mio locale facevo aperitivi con musica. Nessuno spettacolo, quindi, e nessuna pubblicità specifica per ballare. Nessun biglietto per entrare e ancora nessuna consumazione obbligatoria o maggiorata. Stiamo parlando di un locale totalmente a norma grazie agli ultimi lavori e di una attività di cui la questura era al corrente. Per questo presenteremo immediato ricorso. La questura conosceva la situazione. E’ bene sapere che ho già il parere positivo dei vigili del fuoco e dell’Asl. Anche quello della Soprintendenza, nonostante sia arrivato molto in ritardo rispetto ai termine previsti dallo stesso ente di Palazzo Reale. L’ultimo passaggio sarebbe stato quello della commissione di vigilanza per chiudere il cerchio». E ancora: «Mi si accusa di una cosa non commessa. E cioè dell’organizzazione di pubblico spettacolo. Abbiamo investito su questa attività sia per metterla completamente a norma che per riqualificare anche il retro in via delle Donzelle che poi abbiamo messo a disposizione di altre attività che non avevano gli spazi consentiti. Tutto questo tra mille ostacoli burocratici».

UNA vicenda su cui è intervenuta anche Confesercenti con il responsabile pisano Giulio Garzella. «Il sequestro lo riteniamo una forzatura. E tutto questo in un locale a norma. La cosa che amareggia è il fatto che l’esposto sia venuto da una associazione di categoria non nuova ad azioni simili. Un metodo che non ci appartiene e che ci lascia perplessi. Non stiamo parlando di venditori abusivi o attività fuorilegge, ma di persone che per un foglio mancante rischiano di ritrovarsi nel baratro».